migranti reggio

È almeno un mese che penso a questo post. Perché l’argomento è complesso, ma non per questo ci si può tirare indietro nel creare almeno una discussione. La paura del diverso a 360°, quella che genera condanna, pregiudizio.

La migrazione dei popoli che storicamente avviene e non avrà mai fine, la tossicodipendenza, l’omosessualità, la povertà estrema che dai bordi delle strade infastidisce gli sguardi, la malattia mentale che si evita perché intimorisce, spiazza e spaventa. E quante altre categorie di esclusi oltre quelle più eclatanti che ho elencato, quante forme di discriminazione e razzismo offuscano agli occhi e alle menti meccanismi più nascosti, più alti, più distanti, più complessi da comprendere.

E allora scatta incontrollabile la repulsione, il giudizio, l’accusa, la rabbia, la paura; e la sensazione che allontanando il potenziale “cattivo” di turno, il diverso, il “nemico” fantoccio e farlocco, il mondo potrebbe essere migliore. Ognuno nelle proprie case, tutti più sicuri, più tranquilli, certi della propria sessualità, dell’appartenenza alla propria nazione, alle tradizioni; certi del portafoglio in tasca e dei doppi giri alle porte.

Pensiamo davvero che aprendo nuove carceri e sbattendoci dentro tutti i “tossici” (termine dispregiativo che comunemente si usa per loro) risolviamo il problema? Intanto i soldi a disposizione dei Sert sono sempre meno (a Torino, dopo gli ultimi tagli, sopravvivono solo due centri a gestire tutte le situazioni che una grande città prevede); nel frattempo si muore ancora di overdose, si muore ancora di eroina, e si muore di sostanze ormai senza nome perché mix di chissà quali schifezze e grattate di muro.

La mafia incassa, e non gliene frega niente a nessuno tranne quando il tossico, da sempre additato come cancro della società “civile”, combina qualche casino. E davvero pensiamo che facendo ingollare anche a loro (come già accade), agli psichiatrici e ai depressi, qualunque tipo di psicofarmaco in dosi sempre più massicce, sia possibile arginare, controllare e limitare i danni? Perché pare che oggi la soluzione a tutti i mali, sia sedare la gente con ogni mezzo possibile, compresa la televisione e la mediocrità.

Ma l’eroina controllata, le sale del consumo sullo stile della sala Baluard di Barcellona, e le politiche su una reale riduzione del danno… sono eresie inconcepibili in questo Paese. Bisogna farli crepare in mezzo alla strada come topi, mentre scappano da se stessi. Perché hanno peccato molte volte, e quindi quello è ciò che meritano.

Certo che invece, effettivamente, gli omosessuali, le lesbiche, e i trans.. e “tutti quelli lì” insomma.. avete capito; se a “tutti quelli lì” quelli che sono “contro natura”, permettiamo di sposarsi, baciarsi per strada come fosse “normale” (roba da pazziiii!!), e addirittura adottare dei figli come fanno ormai ovunque nei paesi civili.. noi ovviamente (che siamo “normali”) ci perdiamo qualcos’altro immagino! Di pratico, dico! O forse qualcuno sarebbe costretto a mettere in discussione il proprio modo di vivere l’amore, la famiglia, la moglie sotto le coperte… se si iniziasse a considerare che il “loro” diventi un “noi”? Tutti uguali, ma semplicemente con un orientamento sessuale diverso?

E davvero pensiamo che in Italia sui migranti non ci guadagni nessuno? Che sulla gestione dell’immigrazione e sulle sostanze stupefacenti ad esempio, la mafia non abbia un ruolo fondamentale? E non sarà che conviene a qualcuno una non regolamentazione seria, pratica e reale di entrambi i fenomeni? La legalità con le leggi che abbiamo è un massacro per tutti, e infatti non viene attuata. Non è che per qualcuno è meglio mantenere uno stato di illegalità permanente, anziché concretizzare una legalizzazione seria che tenti davvero di risolvere gli aspetti di emergenza più frustranti per il cittadino? Vi devo lasciare per forza con queste domande aperte. Ma vi propongo, sul finale, una bella canzone che ho ascoltato in cuffia stamattina. È di un cantautore bresciano, Pietro Paletti, e il pezzo si intitola “Barabba”.

E se il mio sasso nello stagno è andato a fondo, senza creare nemmeno qualche interferenza d’onda, almeno spero possa crearla l’ascolto di questo brano pungente, provocatorio e critico. il potere vuole solo donne e uomini non-pensanti, e da sempre si serve di un popolo fomentato che gridi “Barabba!”, per produrre e attuare le ingiustizie più eclatanti della storia.

 

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