Non c’è ancora nessuno indagato per l’omicidio di Ashley Olsen, la 35enne americana strangolata nel suo monolocale  in via Santa Monaca nel popoloso Oltrarno a Firenze. Gli inquirenti hanno ascoltato per ore il fidanzato, pittore fiorentino di 40 anni, che insieme al proprietario di casa – chiamato per farsi aprire la porta – ha scoperto il cadavere sabato mattina. In questura sono stati ascoltati anche alcuni amici per cercare di ricostruire le ultime ore di vita della Olsen, arrivata a Firenze dalla Florida tre anni fa per raggiungere il padre pittore, che insegna in una scuola americana nel capoluogo toscano. Anche lei era impegnata nell’arte e nell’organizzazione di eventi. Al momento tutte le persone ascoltate sono state congedate dagli investigatori.

Agli investigatori il fidanzato ha raccontato di essere andato a cercare Ashley di persona perché il telefono era spento. I due avevano litigato e non si sentivano da tre giorni. Oltre al fidanzato gli inquirenti hanno sentito diverse persone vicine alla donna. Un aiuto alle indagini della squadra mobile potrebbe arrivare dall’analisi del computer che è stato sequestrato. Inoltre gli investigatori aspettano alcune importanti risposte dall’autopsia che sarà effettuata domani o al massimo martedì 12 gennaio.

La Olsen, nuda, si trovava su un divano con il collo segnato da ecchimosi e graffi. Secondo quanto ricostruito da Repubblica, la 35enne non avrebbe lottato con il suo assassino. L’esame esterno ha indicato la morte nelle 48 ore precedenti al ritrovamento e sono stati esclusi segni di violenza sessuale. Un altro tassello decisivo per le indagini potrebbe arrivare dall’analisi delle numerose telecamere piazzate vicino casa della Olsen. In quelle immagini potrebbe trovarsi il volto del killer.

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