“Ampia disponibilità a confrontarsi“, “priorità nel voler supportare i risparmiatori più bisognosi“, “pieno rispetto delle responsabilità di ciascun attore coinvolto e del quadro normativo vigente”. In concreto: nulla di fatto. Se non per il fatto che azionisti e obbligazionisti di Banca Marche non dovranno più pagare per i documenti necessari per avviare azioni legali. 

Si è concluso così l’incontro tra i risparmiatori che hanno perso i loro soldi in seguito al varo del decreto Salva banche e i vertici dei “nuovi” istituti nel giorno in cui la Finanza ha perquisito le sedi di 14 società finanziate dalla vecchia Banca Etruria. Assente, peraltro, il presidente Roberto Nicastro mentre c’erano Maria Pierdicchi, consigliera indipendente, e Roberto Bertola, ad di Banca Etruria. I rappresentanti delle nuove Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti, pressati dai clienti che minacciano la chiusura dei conti correnti, non hanno centrato l’obiettivo: “Continueremo la protesta contro il governo, la Banca d’Italia, la Consob e chi non ha vigilato”, ha detto la portavoce del comitato vittime Salva banche Letizia Giorgianni, parlando di “delusione” e spiegando che “non ci sono novità rispetto a quello che sapevamo” e “il fondo di solidarietà rimane l’unica soluzione”. I criteri per l’accesso ai 100 milioni stanziati nella legge di Stabilità devono essere però dettagliati dal governo con due decreti il cui varo sembra allontanarsi.

Nel loro comunicato, i vertici delle new bank scrivono appunto di “voler supportare i risparmiatori più bisognosi, nel pieno rispetto delle responsabilità di ciascun attore coinvolto e del quadro normativo vigente” e ricordano di aver creato “una task force interna finalizzata a predisporre tutta la documentazione necessaria a poter arrivare alle soluzioni”. Ma di fatto è arrivato un no alla richiesta degli ex obbligazionisti subordinati di essere risarciti con azioni dei nuovi istituti. “Le banche non si spostano rispetto a quanto formalizzato dal decreto”, ha riferito Giorgianni, sottolineando che “si atterranno alle disposizioni della Ue e non potranno andare oltre le loro possibilità”. Banca Marche dal canto suo ha solo concesso ad azionisti e obbligazionisti di ottenere gratis i documenti necessari per avviare azioni legali. Finora si sborsavano 4 euro a documento, ha detto il coordinatore di ‘Dipendiamo Banca Marche’ Sandro Forlani, e “c’è chi ha speso anche 100-120 euro”.

Pierdicchi si è detta fiduciosa che “risposte concrete sui criteri dei rimborsi saranno contenuti nel decreto interministeriale che il governo dovrà emanare quanto prima con l’obiettivo comune di accelerare sulla definizione delle norme per andare incontro ai risparmiatori”. La palla insomma resta nel campo del governo. Che giovedì sera ha fatto sapere che il capo di gabinetto del ministero dell’Economia Roberto Garofoli ha visto il presidente dell’Anac Raffaele Cantone, il presidente della Camera arbitrale dell’Anac Ferruccio Auletta, l’autorità nazionale di risoluzione rappresentata da Salvatore Rossi e Stefano de Polis e il coordinatore dell’ufficio legislativo del Mef Carlo Sica per “accelerare” il lavoro.

 

Articolo Precedente

Ferrari, in rosso la prima settimana a Piazza Affari. Chi a dicembre aveva 1000 azioni Fiat Chrysler “perde” 1.500 euro

next
Articolo Successivo

Volkswagen, nel 2015 vendite globali giù del 2% a 9,93 milioni. Procuratore di New York: “Nostra pazienza sta finendo”

next