Un’inchiesta per abuso d’ufficio per un concorso di Medicina e un esposto che accusa il rettore di aver favorito la carriera in ambito ospedaliero di una professionista indicata come la sua convivente. L’Università degli studi di Parma finisce al centro di un terremoto che potrebbe coinvolgere anche Loris Borghi, alla guida dell’Ateneo dal 2013. Contro di lui ci sarebbe un esposto inviato a carabinieri e Guardia di finanza secondo cui il magnifico avrebbe fatto nominare Tiziana Meschi, che nel documento viene citata come sua convivente, a capo di due strutture dell’Azienda ospedaliera universitaria create tra febbraio e aprile 2014, l’unità operativa complessa di medicina interna e lungodegenza critica e il dipartimento geriatrico-riabilitativo. Ad affidare gli incarichi formalmente sarebbe stato l’allora direttore generale, in accordo con Borghi, che prima di arrivare al vertice dell’Ateneo era preside della facoltà di Medicina e dirigeva l’unità di lungodegenza critica. A rendere nota la vicenda è il settimanale L’Espresso, che aggiunge anche che sugli scatti di carriera della Meschi ci sarebbe inoltre un’inchiesta della Procura per abuso d’ufficio, su cui sta indagando la Guardia di finanza. Nel mirino, il concorso che avrebbe consentito alla ricercatrice, entrata in Università nel 2000, di passare a professore associato di medicina interna con un bando emesso dallo stesso Borghi a giugno 2014, dopo che la donna era già stata messa a capo dell’unità operativa complessa e del dipartimento assistenziale integrato. Una relazione sull’accaduto sarebbe arrivata anche agli uffici dell’Anac (Autorità anticorruzione) per verificare che non vi siano state irregolarità.

I due interessati hanno smentito di essere conviventi, affermando di avere rapporti esclusivamente professionali, visto che Meschi è stata allieva di Borghi e ha lavorato al suo fianco per tanti anni. Il rettore ha parlato di un attacco politico per i suoi rapporti con i Cinque stelle, di cui non fa parte ma con cui sta collaborando tramite l’Università. “Qui a Parma è già iniziata la campagna elettorale – ha detto all’Espresso – Vengo attaccato perché mi considerano vicino al sindaco del M5S. Ma io ho solo voluto aiutare la città, non una parte politica”. In effetti con il rettorato di Borghi si è instaurata tra Comune e Università una sintonia mai vista in passato, quando spesso l’Ateneo risultava di fatto un ente a sé rispetto alle scelte dell’amministrazione. Una situazione mutata in meglio con l’intesa tra Borghi e Pizzarotti, che per il suo assessorato al Bilancio ha scelto proprio un docente dell’Università, Marco Ferretti, e che ha sempre sottolineato l’importanza dell’Ateneo per la crescita della città. Anche il magnifico rettore ha sempre apprezzato quest’apertura, tanto da condividere spesso il pensiero di Pizzarotti e difenderlo anche pubblicamente. “È un attacco politico” ha commentato sempre Borghi, respingendo ogni accusa.

Quello che è certo è che gli inquirenti stanno indagando sull’Ateneo. Giovedì 7 gennaio la Guardia di finanza ha fatto visita alla sede di borgo Orsoline, portando via fotocopie e documenti, anche se per ora c’è il massimo riserbo.

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