Il delegato sindacale è stato licenziato. La peggiore delle ipotesi in cui poteva sfociare il provvedimento disciplinare si è avverata. LyondellBasell ha fatto recapitare a Luca Fiorini la lettera di fine rapporto. Avrebbe violato, secondo l’azienda, la policy relativa alla violenza sul posto di lavoro. A nulla sono serviti gli interventi del segretario nazionale della Filctem, della segretaria Cgil Susanna Camusso, del sindaco di Ferrara e nemmeno lo sciopero unitario indetto dalle sigle confederali. “Ero preparato a questo esito – confida Fiorini a ilfattoquotidiano.it -, mi aspettavo che andassero fino in fondo già dal primo giorno. La sospensione era il segnale che avevano già deciso. La vicenda poteva ricomporsi in maniera tranquilla e invece è stata enfatizzata al punto da coinvolgere i vertici aziendali”. Per l’ex segretario provinciale dei chimici della Cgil, dipendete Basell da 27 anni, quanto accaduto ha una sola radice e un’unica spiegazione: “Vogliono dare un segnale chiaro di come devono essere i rapporti sindacali e tra dipendenti, in un contesto dove contano i regolamenti interni e non le leggi nazionali”. Ora Fiorini annuncia che impugnerà davanti al giudice il provvedimento, anche perché “il mio caso rischia di diventare un pericoloso precedente, un segnale inquietante di come devono essere tenute le relazioni sindacali nei tempi che ci aspettano”.

Il motivo dello scontro risale al 10 dicembre scorso quando sono state licenziate improvvisamente due lavoratrici. In quell’occasione, durante una riunione con i rappresentanti dell’azienda, il sindacalista avrebbe compiuto atti di violenza. “Una dirigente delle risorse umane ci ha accusati di essere inaffidabili e poco seri”, spiega Fiorni. A quel punto il delegato Cgil si è alzato di scatto diretto verso la dirigente e un collega della manager si è frapposto. Qui ci sarebbe stato il “contatto”. “Ho toccato la sua spalla con la mano perché me lo sono trovato improvvisamente davanti. E invece sembrava che fosse esplosa una bomba a mano. In pochi secondi hanno sospeso la riunione con il seguito che tutti conosciamo”. In mezzo sembrerebbe essere volata anche una bestemmia, visto che in una lettera datata 21 dicembre e firmata dallo stesso Fiorini, il delegato sindacale offre la sua versione dei fatti alla direzione aziendale: “Ritengo certamente di dovermi scusare per le mie espressioni irriguardose a sfondo religioso”. Nella stessa lettera Fiorini non nega “di essermi alzato e diretto verso i rappresentanti del HR (risorse umane, ndr), ma non certo per aggredire qualcuno, essendo qualunque forma di violenza fisica lontana dalla mia indole, come tutti quelli che mi conoscono potranno confermare. Nego di aver spinto e strattonato il dottor Gaudenzi sulla cui spalla mi sono limitato ad appoggiare una mano: ritengo che si siano volutamente enfatizzate le conseguenze di quel gesto”. Questo anche per ragioni “fisiche”: è “improbabile – sottolinea Fiorini – che una persona alta e massiccia possa come perdere l’equilibrio per un lieve contatto da parte di una persona alta 1,67 del peso di 58 kg come me”.

Poche ore dopo il provvedimento è arrivata anche la condanna delle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil: “Quanto sta accadendo alla Basell è indegno e inaccettabile”, hanno scritto in una nota. “Licenziare un delegato sindacale, strumentalizzando un diverbio nel corso del negoziato sull’integrativo aziendale, palesa la reale volontà dell’azienda di colpire le agibilità sindacali”. A maggior ragione “in una realtà – concludono i sindacati -, la LyondellBasell, che vive una fase economica profittevole e che nonostante ciò ha ridotto i livelli occupazionali di oltre cento unità. La vicenda di Luca non può essere derubricata a una questione personale, ma deve essere assunta come una questione generale che riguarda il rispetto della dignità di chi lavora, il diritto di contrattare, il diritto di agire sindacalmente”.

In difesa di Fiorini si è schierato anche il segretario regionale Pd Paolo Calvano: “La decisione è incomprensibile e inaccettabile. Posso dire questo anche perché conosco Luca e ho sempre apprezzato il suo impegno e il suo lavoro nell’interesse del petrolchimico e della buona qualità delle relazioni sindacali”.

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