Akb 48, 4 Fma, Metedrone, Mefedrone, Bb22, Mdai, Mexedrone, Mdma. Sono solo alcuni dei numeri e delle lettere che compongono la galassia dello sballo ai tempi di internet. Molecole psicoattive che disegnano la nuova costellazione della tossicodipendenza. Più letali e più tossiche delle droghe classiche e terribilmente facili da reperire. Bastano pochi clic in rete e pochi euro sulla carta di credito per navigare su siti dall’apparenza affidabile e professionale e approvvigionarsi di canabinoidi sintetici, anfetamine o catinoni prodotti in laboratorio.

Carlo Alessandro Locatelli, medico del Centro nazionale di informazione tossicologica della Fondazione Maugeri di Pavia, traccia una fotografia allarmante della situazione che si sta delineando da qualche anno. “La tossicodipendenza come la conosciamo noi, con le vecchie sostanze d’abuso, è un fenomeno che continua ad esserci – spiega -, ormai è ben conosciuto e il sistema sanitario nazionale si è strutturato a dovere e riesce a gestirlo”. Tra le funzioni fondamentali del Cnit c’è quella del coordinamento clinico e tossicologico per il sistema nazionale di allerta rapida per le droghe che fa capo al dipartimento delle Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, è dagli uffici di Pavia che passano tutte le segnalazioni di intossicazioni sospette, è qui che si individuano e si isolano le molecole che poi finiscono nella tabella delle sostanze proibite: “La nuova tossicodipendenza – spiega il dottor Locatelli -, secondo la nostra  esperienza riguarda persone lontane dall’immaginario classico del tossicodipendente, nel senso che non sono volti noti dei Sert e delle comunità, persone che a tutti gli effetti sembrano “normali” e che assumono nuove sostanze psicoattive in modo totalmente diverso rispetto a come si assumevano le droghe in passato, anche se appagamento e soddisfazione sono simili”. Oggi l’assuntore cambia sostanze anche tutte le settimane, o tutti i mesi, e anche per questo non si sente tossico in quanto non si sente “dipendente” da una sostanza specifica.

Una condizione, quella descritta dal medico del Cnit, favorita anche dall’offerta di queste sostanze che è continuamente nuova: “Un’offerta che avviene attraverso internet, un mercato che è non controllabile ed è così che dal 2010 abbiamo sul mercato più di 550 nuove sostanze che vengono proposte e vendute proprio come sostanze psicoattive, che le persone comprano ad un bassissimo costo”. L’acquisto può essere fatto direttamente dal divano di casa, senza più nemmeno il fastidio o il pericolo di doversi interfacciare con un intermediario, con un delinquente di strada, comprando per 5-7 euro dosi che sono in grado di dare conseguenze importanti. “I tossici di oggi – spiega ancora il medico -, sono per metà giovani e giovanissimi, nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 25 anni, con un consumo legato al divertimento. Una percentuale altrettanto importante sono invece persone over 30, con casi di assuntori di 55 anni che consumano a qualunque ora del giorno, magari in ambito lavorativo. Persone che assumono sostanze quasi fossero degli integratori e che non percepiscono il pericolo che c’è dentro queste molecole”.

I rischi sono elevatissimi, la tossicità di queste molecole supera quella delle vecchie droghe classiche: “Nel breve periodo il rischio è legato alle intossicazioni acute, overdose molto gravi che vediamo sempre più numerose nel territorio nazionale. Infarti miocardici in età giovanile o sindrome coronariche acute dovute al banale fumo di uno spice, convulsioni da catinoni sintetici, danni cerebrali irreversibili da ketamine e metossietamine , casi letali da parametossimetanfetamina, un ventaglio di effetti collaterali importantissimi a cui vanno aggiunte allucinazioni, deliri, incidenti stradali o sul lavoro”. A questi vanno aggiunti gli effetti a medio e lungo termine: “Con danni permanenti molto importanti sul sistema cardiovascolare, quelli che ci preoccupano ancora di più sono però i danni sulla psiche, perché queste sostanze stanno determinando la comparsa di psicosi acute molto importanti ed effetti neuropsichiatrici violenti, difficili da gestire nella fase acuta anche da psichiatri abituati a gestire problematiche neuro comportamentali gravi, difficili da contrastare con i farmaci oggi a disposizione per trattare i pazienti psicotici. Sono quadri che cronicizzano e perdurano nel tempo senza recedere. Perché succedano questi effetti, dal punto di vista scientifico, non è ancora sufficientemente conosciuto”.

Contro questo commercio la lotta è difficilissima. Nonostante la procedura sia diventata molto efficiente, dal momento in cui una molecola viene isolata e studiata, al momento in cui entra nella tabella delle sostanze proibite, possono passare anche tre o quattro mesi. Fino a quel momento viene venduta liberamente, senza che nessuno abbia strumenti legali per vietarlo. Delle oltre 550 sostanze immesse sul mercato dal 2010 ad oggi solo 80 sono finite nell’elenco di quelle vietate. E anche quelle vietate spesso continuano ad essere vendute. Un po’ come se tramite internet potessimo acquistare una dose di eroina o di cocaina. I sequestri vengono effettuati, ogni tanto i siti vengono oscurati dalle forze dell’ordine, ma ne ricompaiono di nuovi immediatamente. Oggi i siti individuato sono più di un migliaio e il fenomeno è solo agli albori. “Il dramma è che non c’è più nemmeno bisogno di coltivare una pianta per produrre queste sostanze – spiega Locatelli -, bastano strumentazioni in dotazione a qualunque piccola azienda chimica, basta uno scantinato accessoriato per produrre molecole da vendere in rete con una redditività probabilmente superiore a quella delle droghe classiche”.

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