Alberto Salerno è uno dei personaggi più interessanti della storia della nostra musica leggera. Uno che ha scritto hit sempreverdi, come Io vagabondo o Donne di Zucchero, che ha collaborato con nomi eccellenti, da Lucio Battisti a Mango, che ha scoperto talenti incredibili, come Alberto Fortis e Tiziano Ferro. Uno che ha attraversato gli ultimi cinque decenni di canzoni, lasciando un segno indelebile, mettendo da parte una serie incredibile di aneddoti, di storie, di emozioni. Ora ha deciso di metterle a disposizione del lettore con un libro, Fare canzoni, un memoir dove sono finite tutte quelle canzoni, quei nomi, quegli eventi.

Nel farlo, lui che ha sempre giocato con le parole, maestro figlio di maestro (suo padre era Nisa, paroleriere di tutte le hit di Carosone nonché di tantissimi altri brani noti, su tutte Non ho l’età di Gigliola Cinquetti), decide di scegliere uno stile colloquiale, lasciando che a parlare siano appunto le storie. E uno che ha vissuto un’infanzia con casa sua frequentata dai nomi più importanti della canzone dei tempi, Modugno su tutti, che ha poi lavorato gomito a gomito con Mogol, Battisti, Mario Lavezzi e tanti altri, passando dal ruolo di autore a quello di produttore a talent scout, avendo per moglie Mara Maionchi, oggi divenuta popolarissima grazie alla televisione, ma vera protagonista della discografia al pari del marito, di storie da raccontare ne ha tante.

Storie che si intrecciano, e non potrebbe essere altrimenti, con la storia della musica leggera, e anche con quella dell’Italia, passando dal dopo boom a un oggi decisamente meno sgargiante. Sapere come sono nate tante canzoni che appartengono non solo al nostro patrimonio culturale, ma anche alla nostra tavolozza emotiva, è davvero interessante, ma sapere anche come si intessevano i rapporti tra gli addetti ai lavori, tra produttori e cantanti, tra autori e discografici, contribuisce a creare una vera e propria mappatura di un mondo che oggi, in balia dei talent, sembra sull’orlo dell’estinzione.

Sapere di come Terra promessa, altra hit uscita dalla sua penna, abbia contribuito tanto a creare un personaggio potente nel DNA, Eros Ramazzotti, ma anche a logorare il loro rapporto non può che appassionare. Sapere come Zucchero si sia giocato con Donne l’ultimo treno per il successo, non solo salendoci al volo, ma facendo diventare quel treno un jet anche. Ma su tutte, lo dico da addetto ai lavori, quindi consapevole di avere uno sguardo interessato a particolari che magari al semplice lettore o ascoltatore potrebbero sembrare marginali, la pagina in cui il nostro, generosamente e con lo stile schietto e piatto che chi lo conosce di persona ben riconoscerà spiega come si scrive un testo, partendo non da uno qualsiasi, ma da Lei verrà, probabilmente una delle hit più belle sfornate da Salerno, lascia a bocca aperta. Il maestro, infatti, svela un trucchetto legato ai numeri ideato dal padre, Nisa, e passato al figlio. Un trucco che, a leggerlo lì, nero su bianco, fa quasi dire, “ma come non averci pensato prima?”. Poi, però, ci provi, e capisci che i trucchi, senza il talento, possono poco e capisci che entrare in contatto con queste storie, questi aneddoti, queste canzoni è un’occasione incredibile e unica. Fare canzoni, un libro che andrebbe adottato nelle scuole di scrittura, visto mai che qualche autore scadente capisca che quella non è la sua strada e ci liberi dal male…

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