Gli studenti italiani non sono “secchioni”, anche se le ragazze a scuola vanno meglio dei maschi. La matematica resta la disciplina più ostica e il primo anno di studio alle superiori resta quello più difficile. A realizzare l’identikit dei nostri ragazzi è il focus presentato dal ministero dell’Istruzione sugli esiti degli scrutini del primo e secondo ciclo. Purtroppo le novità da registrare non sono rilevanti: se da una parte il Miur, infatti, sottolinea le minime percentuali di miglioramento degli esiti finali rispetto agli anni precedenti (per esempio nel 2013/2014 ad ottenere dieci e lode erano il 2,5% mentre quest’anno sono il 3,1%) si nota che per quanto riguarda la mobilità sociale e gli alunni stranieri non vi è alcuna percentuale accostata al segno positivo. Anzi.

Il raffronto dei risultati conseguiti dagli studenti stranieri ed italiani del primo ciclo lascia intravedere differenze sensibili dei tassi di ammissione: 92,4 alunni stranieri su 100 sono stati ammessi a sostenere le prove d’esame contro il 97,7% degli studenti italiani.

Non cambiano nemmeno le scelte degli studenti in uscita dalla scuola di primo grado. Complessivamente il 91,4% degli studenti che hanno terminato le “medie” quest’anno hanno scelto di iscriversi alla secondaria superiore di secondo grado ma i più bravi come sempre fanno il liceo e gli altri un professionale. L’esito dell’esame incide sulle scelte di scuola: all’aumentare del voto aumenta la percentuale di alunni che hanno presentato domanda di iscrizione presso un liceo (il 21,3% dei licenziati con la sufficienza contro il 90,5% dei dieci e il 94,3% dei dieci e lode).

Analogamente i percorsi professionali sono stati la scelta del 34,9% di coloro che hanno concluso il percorso con sei, fino a diventare lo 0,7% dei casi tra i licenziati con il dieci. Andando ad osservare i dati del focus sul primo ciclo emerge un quadro che presenta lo studente italiano come uno da sette/otto (49,4%).

Le ragazze raggiungono risultati più brillanti: a licenziarsi con la sufficienza sono solo il 18,8% contro il 31,4% dei maschi. Ad aggiudicarsi il posto più alto del podio sono gli studenti pugliesi seguiti dagli umbri e dai molisani. La maglia nera dei “dieci e lode” va invece al Trentino. Interessate anche osservare i risultati degli stranieri per materia: gli studenti della Moldavia sono i più bravi in italiano mentre in matematica raggiungono ottimi risultati i cinesi. Nelle lingue si distinguono i filippini.

Per quanto riguarda la secondaria il primo anno si conferma quello più selettivo con una percentuale di ammissione alla classe successiva dell’84,4%. Il classico sembra essere quello più flessibile (97% gli ammessi) mentre all’artistico il mestiere da studente si fa più difficile visto che la percentuali di coloro che vengono promossi cala all’89,1%. Il maggior numero di bocciati si presenta negli istituti professionali del settore dell’industria e dell’artigianato. Anche qui va registrato il fallimento della scuola per quanto riguarda gli alunni di cittadinanza non italiana: il 78,8% viene ammesso all’anno successivo a fronte di una quota pari al 90,1% degli italiani.

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