unioni civili 990

Guardiamo un attimo ai fatti, quelle cose che si verificano di fronte a noi e che hanno bisogno di poche interpretazioni: un po’ come vedere il sole che sorge ad est e tramonta dalla parte opposta, per capirci. I fatti dicono che Tsipras, che aveva promesso le unioni civili a inizio mese entro il 23 dicembre, per tale data ha poi fatto la legge – ovviamente insufficiente, in quanto non è il matrimonio – riconoscendo diritti alle famiglie formate da gay e lesbiche. Un’altra evidenza è che per fare un provvedimento analogo a quello che si discuterà a fine gennaio in Italia sono bastate due settimane. Da noi, invece, Renzi ha ottenuto il primato di essersi fatto superare anche da un paese in grosse difficoltà economiche, come lo stato ellenico.

Assodata tale ovvietà, varie sono state le reazioni alla cosa. Buona parte della comunità Lgbt italiana ne ha preso atto, con retorico stupore (ed io mi associo a tale gruppo), il fronte antigay ha tuonato contro – un nome su tutti: Diego Fusaro, che sul blog che tiene sul sito del Fatto Quotidiano ha esercitato il solito benaltrismo, per cui prima il lavoro, poi il resto dei diritti – e dal mondo governativo si è levato l’urlo di dolore del sottosegretario Ivan Scalfarotto che ha scritto due post sui social: «Ecco la vecchia sinistra, quella per la quale l’omosessualità è un vizio borghese. Complimenti al @fattoquotidiano» riferendosi all’articolo di Fusaro, appunto, e «Chi oggi esulta per la legge sulle #unionicivili‬ in Grecia, esulterebbe se in Italia passasse una legge senza stepchild come quella greca?».‬

Sul filosofo ricercatore dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano dirò solo due cose. La prima, che è uno dei punti di riferimento del movimento omofobo, tra sentinelle e Family Day. La seconda, piace anche a tanti “no euro”, quel movimento di opinione che nelle ultime ore si sta sperticando per dimostrare come le unioni civili greche altro non siano che la riprova che esiste un complotto mondiale ordito dalle banche e dalla Germania per la conquista dell’Europa e poi, chissà, anche del mondo. Certo, rimane il problema di dare voce a soggetti simili su questioni legate alla dignità delle minoranze coinvolte. Per capire la questione fino in fondo, un solo esempio: si considererebbe un interlocutore chi sostiene la naturale inferiorità della donna? Ebbene, con le persone Lgbt un po’ tutti i giornali fanno eccezione, in quanto il punto di vista dell’omofobo di turno è portato come contributo per arricchire il dibattito. Contenti loro…

Sul nostro sottosegretario, invece, va fatto un discorso un po’ più articolato. Innanzitutto, non mi pare di aver registrato un’ovazione rispetto alle unioni in Grecia, ma si è registrato appunto l’evidenza che un paese disastrato riesce a fare una legge, seppur insufficiente, mentre il parlamento italiano langue. Se noi vogliamo essere migliori e poi ci troviamo insieme a Romania, Bulgaria e a qualche altro paese dell’ex blocco sovietico, forse un attimo le critiche devi aspettartele. E questa è una.

La seconda cosa che va detta è che Scalfarotto non può lamentarsi della mancanza delle stepchild nella legge greca sia perché, a quanto pare, sulle sponde dell’Egeo è possibile adottare se si è single, a prescindere dall’orientamento sessuale, sia perché Tsipras ha promesso di inserire la questione nella riforma del diritto di famiglia. Il Pd invece, in termini di diritti ai minori e di adozione è quel partito che ha votato una legge sulla continuità affettiva che opera una discriminazione: se sei minorenne e vieni affidato/a a una coppia eterosessuale, puoi anche essere adottato/a dalla stessa se si verificano certe situazioni (tipo l’attaccamento affettivo); se invece sei in affido a una persona single (anche gay) e ti ci affezioni, verrai poi adottato/a solo da coppie sposate. Il provvedimento è stato fatto apposta per escludere le persone Lgbt dall’adozione. Per cui prima di guardare a cosa accade oltre il mar Ionio bisognerebbe valutare un po’ meglio cosa succede tra le rive del Tevere.

Riguardo infine a dare voce a sentimenti omofobi, cosa di cui giustamente si scandalizza l’esponente gay del Pd, bisognerebbe capire come mai egli stesso accetta di buon grado la presenza di gente siffatta dentro il suo partito (ricordate Emma Fattorini?) e la ragione per cui ha scritto un ddl sull’omofobia con il contributo qualificante di Paola Binetti che, converrete, non è la stessa cosa di Vladimir Luxuria. Se sapesse risolvere questa contraddizione che non solo è umana, ma tutta politica e se nel frattempo il suo governo – che contrariamente a quello greco mostra una proverbiale ignavia, qualora non aperta ostilità, sulla questione omosessuale – operasse per fare approvare le leggi a cui tutti/e teniamo, di certo il nostro sarebbe un paese migliore. Anche della Grecia.

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