Armi da guerra nascoste dalla ‘ndrangheta nel cimitero di Sinopoli, nella Piana di Gioia Tauro. Esplosivi, fucili e addirittura un bazooka sono stati ritrovati dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che, nel territorio della cosca Alvaro, ha operato con il supporto dello squadrone Eliportato Cacciatori.
Un vero e proprio arsenale, pronto per essere utilizzato, era stato nascosto in una tomba che si trova all’interno di una cappella privata.
L’operazione rientra nei servizi di controllo del territorio disposti dalle forze dell’ordine con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia. In particolare, i carabinieri nei giorni scorsi hanno effettuato nella zona di Sinopoli numerose perquisizioni nelle abitazioni dei pregiudicati legati alla cosca Alvaro. Alcuni elementi di indagine, evidentemente, hanno spinto i carabinieri a controllare anche all’interno del cimitero e dentro una tomba hanno trovato un bazooka M80 di fabbricazione jugoslava (completo di razzo ed armato), un ordigno artigianale contenente esplosivo ad alto potenziale (completo di detonatori elettrici e miccia, due carabine), sei fucili (tra a pompa e automatici), 200 cartucce e alcuni caricatori.
Tutte armi che, stando ai primi accertamenti, risultano efficienti ed in ottimo stato di conservazione a dimostrazione che la ‘ndrangheta ha una struttura militare pronta ad agire in qualsiasi momento. Adesso il materiale sequestrato è stato affidato ai Ris per i rilievi che consentiranno di capire se quelle sono state utilizzate in attentati recenti o se l’arsenale da guerra è arrivato da poco in Calabria. Se così fosse, le indagini della Dda stanno puntando a scoprire se il bazooka e l’esplosivo sarebbero serviti per un attentato in grande stile.
Nella primavera dello scorso anno, sempre nella piana di Gioia Tauro, c’era stato un altro rinvenimento importante di armi da guerra. A Rizziconi, infatti, durante un posto di blocco, la Guardia di Finanza ha trovato 10 kalashnikov nascosti nel cofano di un’auto. All’epoca il procuratore Federico Cafiero De Raho aveva affermato che “la quantità di armamenti potrebbe fare pensare a un’azione particolarmente grave nei confronti delle istituzioni”  di Lucio Musolino

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