La Porsche ha trovato un accordo con i lavoratori degli stabilimenti di Weissach e Zuffenhausen per finanziare, almeno in parte, la produzione della propria nuova eco-ammiraglia, l’elettrica Mission E esibita in anteprima mondiale al Salone di Francoforte (nella foto)pochi giorni prima che scoppiasse il dieselgate che ha investito l’intero gruppo Volkswagen. “Dovevamo trovare un equilibrio tra equità e competitività. Ci siamo riusciti”, ha sintetizzato Uwe Hück, capo del Consiglio di fabbrica alla rivista Automobilwoche che per prima ha dato per la la notizia.

In pratica 13.000 lavoratori (dagli operai agli ingegneri fino al top management) hanno accettato di sacrificare una percentuale degli aumenti contrattuali tra il 2016 ed il 2025, quelli di Zuffehausen torneranno alle 35 ore lavorative la settimana e i nuovi assunti beneficeranno dei bonus solo in parte, almeno fino al quarto anno di anzianità di servizio. La sola parte dell’accordo sul contenimento degli aumenti dovrebbe valere 200 milioni di euro, mentre Porsche investirà un miliardo nei prossimi anni a Zuffenhausen (produzione) e Weissach (sviluppo) per fabbricare la Mission E, che dovrebbe creare altri mille nuovi posti di lavoro.

Sorprendente nel principio, il lungimirante accordo è basato su una profonda fiducia nell’azienda e nella correttezza delle relazioni sindacali (i rappresentanti dei lavoratori siedono nel Consiglio di Sorveglianza) e anche su un forte ottimismo nei risultati. Nel dettaglio, i dipendenti con un contratto di lavoro collettivo di Weissach e Zuffenhausen rinunceranno allo 0,25% di aumento del salario per il prossimo decennio, mentre quelli vincolati da accordi che superano i limiti contrattuali hanno accettato una decurtazione di mezzo punto. L’accordo prevede tuttavia che ai primi (ma non ai secondi) i mancati aumenti verranno restituiti tra il 2021 ed il 2030 con una serie di “acconti” annuali di 760 euro. In ogni caso, con il 2026 gli “scatti” torneranno a essere riconosciuti normalmente.

Nei reparti produttivi, dal 2017 a Zuffenhausen si tornerà a lavorare un’ora in più: 35 la settimana contro le 34 entrate in vigore nel dicembre del 2013. La misura serve per far fronte alla grande richiesta dei veicoli Porsche, che per la prima volta nella propria storia ha superato le 200.000 unità consegnate in un anno, un obiettivo raggiunto con tre anni di anticipo rispetto al programma (2018). Nei primi undici mesi ha commercializzato quasi 210.000 auto superando del 24% le poco meno di 190.000 vendute nel corso di tutto il 2014, quando già era stato contabilizzato un nuovo primato. A titolo di esempio valgono i numeri della Porsche 911: fino a qualche anno fa ne venivano fabbricate 150 al giorno, adesso sono più di 200. Con il ritorno alle 35 ore settimanali, dovrebbe anche essere fuori discussione l’ipotesi avanzata dallo stesso Hück per ridurre l’orario di lavoro a 37 ore (da 38) per gli addetti del sito di Lipsia.

Il programma di “razionalizzazione” colpisce duramente i neo assunti, che non potranno inizialmente beneficiare per intero dei premi straordinari (8.600 euro liquidati quest’anno per i risultati del 2014) e natalizi. Dopo 12 mesi avranno diritto ad un quarto e dopo 24 alla metà fino ad arrivare al 100% dopo 4 anni.

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