Un anno e mezzo fa il tribunale dei minori di Roma aveva pronunciato la prima sentenza che riconosceva la “stepchild adoption”, cioè l’adozione di una bimba da parte della compagna e convivente della madre. E oggi la Corte d’Appello di Roma, peraltro nello stesso giorno in cui la Grecia legalizza le unioni civili tra persone dello stesso sesso, ha confermato quanto stabilito in primo grado. Protagonista della vicenda giudiziaria una coppia di donne che si è sposata all’estero e che vive a Roma dal 2003. Le due hanno avuto una bimba anni fa in un altro paese con procreazione assistita eterologa per realizzare un progetto di genitorialità condivisa.

“La sentenza conferma in toto quella del Tribunale dei Minorenni con motivazioni chiare ed essenziali che la rendono ineccepibile”, ha detto l’avvocato Maria Antonia Pili che assiste la coppia omosessuale da oltre due anni ed è anche presidente di Aiaf Friuli. Il 10 dicembre, inoltre, anche la Corte d’Appello di Milano aveva stabilito l’efficacia nel nostro Paese del provvedimento con cui una donna ha adottato in Spagna la figlia della compagna (le due si sono sposate e poi hanno divorziato nel Paese iberico), nata con fecondazione eterologa.

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