L’Nhntsa, l’autorità statunitense per la sicurezza stradale (National Highway Traffic Safety Administration), ha inflitto alla BMW una multa che può raggiungere i 40 milioni di dollari, la metà dei quali scattano solo se il costruttore tedesco non osserverà le disposizioni. Nel 2012, ricorda nella nota ufficiale la stessa Nhtsa, la BMW era stata sanzionata con un’ammenda di 3 milioni.

La multa al gruppo bavarese riguarda il marchio Mini. L’azienda ha riconosciuto di non aver disposto un richiamo tempestivo dei veicoli che non rispettano i requisiti minimi di sicurezza in caso di impatto laterale (Cooper a 3 porte), di non aver informato nei tempi appropriati i proprietari delle auto e anche di non aver adeguatamente aggiornato l’Nhtsa. Insomma, negligenze multiple che si sono trasformate in una sanzione non troppo diversa da quelle comminata recentemente a Fiat Chrysler Automobiles (70 milioni) per carenze informative. La sanzione al costruttore bavarese conferma la linea dura dell’Nhtsa nei confronti dei costruttori, dai quali esige più trasparenza. Non a caso sia FCA sia BMW dovranno accettare una supervisione esterna oltre che migliorare i processi interni per garantire la sicurezza dei consumatori.

Nell’ottobre del 2014 Mini Cooper a 3 porte non aveva raggiunto i requisiti minimi di sicurezza per l’impatto laterale ai crash test. Alla richiesta di spiegazioni da parte delle autorità, Mini aveva risposto che erano stati segnalati dati errati circa il peso e aveva assicurato che nuove prove eseguite sulla base dei parametri giusti avrebbero consentito al modello si superare i crash test. Il costruttore aveva anche accettato sia di correggere i dati del veicolo sia di richiamare le auto per incrementare i sistemi per la protezione laterale. Tuttavia, si legge nella ricostruzione dell’Nntsa, nel luglio di quest’anno, nuovi crash test condotti sia sulla base dei parametri aggiornati sia con la modifica per la sicurezza non avevano cambiato il risultato. Le autorità hanno così scoperto la manchevolezza multipla del gruppo bavarese. Di qui il provvedimento, accompagnato anche dalla “requisitoria” di Mark Roseking, il direttore dell’agenzia: “È la seconda volta in tre anni che BMW viene sanzionata per non aver ottemperato agli obblighi di legge. La società deve cogliere quest’opportunità per riformare le procedure e la propria cultura per collocare la sicurezza al posto che le compete: in cima alla lista delle priorità”.

La cifra che BMW deve versare alle autorità è di 10 milioni, altri 10 devono venire investiti per incrementare le procedure sulla sicurezza ed i restanti 20 dovranno essere pagati nel caso in cui non verranno rispettate le prescrizioni collegate alla sanzione. Tra le altre cose, il dispositivo prevede anche che BMW accetti una consulenza indipendente esterna per sviluppare migliori pratiche per dialogare con le autorità e che diffidi i concessionari dal commercializzare veicoli non in regola con i requisiti di sicurezza. Solo qualche giorno fa, BMW aveva annunciato una campagna volontaria per il richiamo di qualche centinaio di veicoli. Un’operazione decisamente meno impattante perché riguardava la BMW Baby Racer III, un’auto giocattolo in vendita in Germania da 99 euro. Il timore del costruttore, che l’ha addirittura eliminato dalla vetrina online, è che si possa staccare il logo collocato su volante e che i bambini possano ingoiarlo.

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