Polemica concitata tra il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, e il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, durante Otto e Mezzo, su La7. Il tema della discussione, a cui partecipa anche il filosofo Massimo Cacciari, ospite in collegamento, verte sul concetto di antipolitica e sulla crisi dei partiti tradizionali. Casini attribuisce la causa del malessere a un dato genetico che riguarda l’Europa. Scanzi osserva: “Magari è anche colpa di chi ha fatto politica fino all’altro giorno. Quando si insiste con la parola ‘antipolitica’, si continua a dare una categorizzazione completamente sbagliata di quello che sta succedendo. Io la parola ‘antipolitica’ la trovavo del tutto fuori luogo già nel 2007, quando Casini si scagliava per esempio contro la manifestazione di Grillo dell’8 settembre del 2007, il primo “Vaffa Day”. E sosteneva che era il trionfo della mistificazione e che era una manifestazione vergognosa e insultante la memoria di Marco Biagi, cosa totalmente falsa. Ma nel frattempo non è che la vecchia politica ha dato delle risposte”. Si dibatte quindi del ‘giovanilismo’ politico di Renzi, sul quale la firma de Il Fatto Quotidiano si rivela scettico, come Cacciari: “Va benissimo la giovinezza, ma dipende da cosa c’è dentro. Il M5S? Se la politica avesse adempiuto al suo ruolo, oggi Grillo forse farebbe ancora le stesse battute che faceva nel’88 dal palco dell’Ariston di Sanremo“. “Tesoro mio” – commenta Casini – “se mio padre aveva le ruote, era un tram“. “Capisco che lei si senta un po’ responsabile“, replica Scanzi. “Responsabilità e meriti, mi scusi“, puntualizza l’ex presidente della Camera. Il giornalista continua nella sua disamina della politica del premier (“Io ho sempre ritenuto Renzi l’espressione di un gattopardismo 2.0”), Casini torna a bomba sul M5S: “La caratteristica principale di questo movimento è che con Grillo hanno evocato l’uomo forte che sostituisce tutti, perché tutti noi sappiamo come sono stati selezionati i parlamentari del M5S, al punto che molti di questi, il giorno dopo aver visto questo meccanismo messo in piedi se ne sono andati”. E chiede a Scanzi: “Secondo te, è un metodo di selezione giusto quello che il M5S ha rispetto alla sua classe dirigente?”. “Sa perché ha avuto successo il M5S?” – risponde il giornalista – “Anche perché i metodi di selezione dei partiti a lei cari e vicini erano quelli di portare in Parlamento nella Regione Sicilia gente come Cuffaro e Lombardo“. Deflagra la polemica e Casini non ci sta: “Va bene, siamo in campagna elettorale. Ti sto facendo un’obiezione seria, e mi rispondi con una battuta”. “Mi perdoni, senatore Casini” – ribadisce Scanzi – “ma lei sta parlando di selezione della classe dirigente quando ha candidato gente condannata per favoreggiamento mafioso, come Cuffaro. Mi chiede un’analisi del passato e io le dico che lei ha cambiato più casacche di Ibrahimovic. Magari la vecchia politica avrà perso anche per quello”. “E’ una falsità” – insorge il leader dell’Udc – “io sono sempre stato democristiano da 30 anni“. “No, mi risulta che a volte ha appoggiato il centrodestra e a volte il centrosinistra“, afferma la firma de Il Fatto. “Con tutti i difetti che ho credo che gli italiani mi riconoscano una cosa: la coerenza. Sono democristiano sin dall’inizio”, puntualizza Casini. “La coerenza è lei?”, chiede Scanzi. “Sì, certamente più di lei”, ribatte Casini. “Le do una notizia” – controbatte il giornalista – “se siete arrivati sotto l’1%, un motivo c’è

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