Il gruppo Volkswagen taglia il numero dei manager di primo piano, ma continua a pagare – riferiscono i media tedeschi – il dimissionario amministratore delegato Martin Winterkorn e contemporaneamente ingaggia il principe americano del foro Kenneth Feinberg per far fronte alle cause sulla frode sulle emissioni di NOx.

La notizia più clamorosa è probabilmente quella che riguarda Winterkorn, svelata dall’autorevole quotidiano economico finanziario Handelsblatt e dalla seconda rete pubblica tedesca, la ZDF. L’ex capo del gruppo, che si era tirato indietro qualche giorno dopo lo scoppio dello scandalo, continuerebbe a essere a libro paga (16 milioni di euro l’anno circa) fino alla scadenza del contratto, cioè fino alla fine del 2016. In settembre, quando Winterkorn aveva annunciato le dimissioni, in una nota si leggeva che le parti avevano trovato un accordo, senza specificare quale. Nessun portavoce del gruppo Volkswagen ha voluto confermare o smentire la notizia, ma il contratto ancora esistente vincola entrambi proprio mentre le indagini della magistratura sono ancora in corso.

Il suo successore, Matthias Müller, in accordo con il Consiglio di Sorveglianza ha provveduto a rinnovare il management: per virtù (“cambiamenti strutturali che accelerano il processo decisionale, riducono la complessità e aumentano l’efficienza”) e per necessità, visto che diverse posizioni erano rimaste vacanti per via di dimissioni (Whaland), pensionamenti (De Silva e Neumann) e ferie forzate o allontanamenti (Hackenberg). Per l’inedito ruolo sull’integrità ha pescato in Daimler con Christine Hohmann-Dennhardt, per la strategia chiamato l’ex numero uno di Opel Thomas Sedran e per la digitalizzazione si è rivolta a Johann Jungwirth (Apple). Con il primo trimestre 2016 diventeranno operative altre nomine, come quella di Ulrich Eichhorn (54 anni) quale nuovo capo di Ricerca e Sviluppo: il manager è stato “sfilato” alla VDA, l’associazione dell’industria automobilistica tedesca, della quale era l’amministratore delegato. Poi ci sono Michael Mauer (53) che diventerà responsabile del Design del gruppo, Fred Kappler (57), cui verranno affidate le vendite, Wolfram Thomas (59), che guiderà la Produzione, e Ralf-Gerhard Willner (54) che si occuperà di Strategia del Prodotto e del Sistema Modulare e che ha trascorsi in Italia dove era stato direttore tecnico di Italdesign Giugiaro. Tutto il nuovo management ha in comune la cittadinanza, rigorosamente tedesca.

Oltreoceano, il numero uno di Volkswagen negli Stati Uniti Michael Horn ha ufficializzato di aver incaricato il legale Kenneth Feinberg di occuparsi del caso dieselgate. Feinberg dovrebbe cercare di evitare che le cause finiscano in tribunale, ufficialmente per evitare “lunghi processi”. Con quanti zeri si scriva questo obiettivo è per il momento difficile da capire, ma di sicuro Volkswagen ha scelto il maggior esperto nel ramo. Il 70enne legale è diventato un’autorità nel campo delle compensazioni in casi che hanno fatto scalpore. Ad esempio, per le vittime dell’11 settembre e nel caso del disastro ambientale del 2010 della BP, ma anche per quelle dei blocchetti difettosi di General Motors. Volkswagen ha fatto sapere di voler attingere alla sua “vasta esperienza”. Feinberg, ha spiegato il gruppo tedesco, sarà chiamato ad occuparsi del programma per i risarcimenti che sarà gestito in maniera indipendente da Volkswagen (che lo dovrà comunque approvare) e che verrà sviluppato con la collaborazione dei proprietari dei veicoli coinvolti, dei loro avvocati, delle autorità e delle altre parti interessati. Feinberg si è rifiutato di fornire cifre, ma ha lasciato intendere che gli indennizzi saranno stimolanti abbastanza per convincere gli automobilisti a sposare il programma e rinunciare al contenzioso. Solo negli Usa contro Volkswagen sono state avviate 500 azioni legali, per il momento assegnate al giudice distrettuale Charles R. Breyer a San Francisco.

Nella foto, del 2012, da sinistra l’allora numero uno di Porsche Matthias Müller, la cancelliera tedesca Angela Merkel, l’allora ministro dei Trasporti Peter Ramsauer e l’ex amministratore delegato del gruppo VW Martin Winterkorn.

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