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Beethoven, come funziona il google doodle più bello di sempre

Nella lunga, articolata e vivace animazione del doodle, il compositore che si presume nato a Bonn il 17 dicembre 1770 (il battezzo per questo giorno è però sicuro perche registrato all’anagrafe parrocchiale) prende velocemente in mano un gruppo di fogli pieni di minime e crome ed esce con quel fare irascibile che tanto è stato raccontato da Goethe e dai parenti

di Davide Turrini

Ludwig van Beethoven compie 245 anni e Google gli regala il “doodle” più bello di sempre. Coloro che si sono collegati al sito più visitato al mondo sul web si sono trovati di fronte se non al più grande, al più celebre, popolare ed apprezzato compositore di musica di tutti i tempi, protagonista di un divertente cartone animato di diversi minuti dove viene immortalato davanti alla tastiera di un pianoforte, con a fianco un cornetto acustico, e alle prese con i dilemmi della scrittura sul pentagramma.

Pigiando il tasto play gli utenti di Google vengono oltretutto invitati a partecipare alla composizione beethoveniana grazie ad uno dei doodle interattivi più giocoso e creativi che il motore di ricerca ideato nel 1997 da Larry Page e Sergey Brin ha mai proposto online. Dopo aver utilizzato quel maledetto corno per far fronte all’impossibilità di sentire le proprie note, una sordità storicamente vera che già all’età di 30 anni aveva reso Beethoven completamente privo dell’udito, il “nostro” esce di casa per andare a dirigere un’orchestra. Nella lunga, articolata e vivace animazione del doodle, il compositore che si presume nato a Bonn il 17 dicembre 1770 (il battezzo per questo giorno è però sicuro perche registrato all’anagrafe parrocchiale) prende velocemente in mano un gruppo di fogli pieni di minime e crome ed esce con quel fare irascibile che tanto è stato raccontato da Goethe e dai parenti, conseguenza più che altro dell’isolamento dovuto alla sordità.

Camminando di fretta e sovrappensiero Beethoven passa di fianco ad un cavallo e non si accorge di avere pestato le feci lasciate dall’animale che, non pago, proprio mentre l’uomo intuisce la consistenza di ciò che ha pestato, gli acciuffa i fogli e comincia a masticarli. A questo punto l’utente google è invitato ad aiutare Beethoven a non perdere l’appuntamento con la storia dei suoi classici immortali. Il pentagramma finito a pezzetti può essere ricostruito solo con l’aiuto di chi si è avventurato nel doodle. Ecco allora la Quinta sinfonia, composta tra il 1807 e il 1808, divisa in quattro parti tutta da ricomporre. Chi è riuscito a dare una mano al grande compositore tedesco capisce subito che i guai dell’uomo non sono finiti. Scivolato a terra per via dell’appiccicume sotto la suola della scarpa, vediamo volare per aria un’altra mazzetta di fogli. Le note di Per Elisa si infilzano negli spogli rami di un albero e cominciano ad essere picchettati dagli uccellini. Ancora una volta il volenteroso navigatore del doodle aiuta Beethoven a risistemare la partitura. Ma gli imprevisti non finiscono qui e anche la Moonlight Sonata (la Sinfonia per pianoforte numero 14 ndr) come l’Inno alla gioia (la Sinfonia n.9 del 1824) dovranno  essere ricomposti per fare in modo che il trionfo a teatro, davanti ad una nutrita orchestra, si compia.

Il doodle alla memoria di Ludwig Van Beethoven è stato ideato da Leon Hong, in collaborazione con Nate Swinehart e gli ingegneri informatici Jonathan Shneier e Jordan Thompsone. Qui se ne possono vedere i tratti originali prima dell’elaborazione grafica definitiva. Nati come celebrazione delle più o meno sante festività mondiali, i “doodle” di Google sono oramai diventati dei graziosi e spiritosi appuntamenti sul web, un po’ con la funzione di quelle notizie che una volta si definivano da “almanacco”. Solo recentemente il doodle dedicato ad Adolphe Sax, sempre per rimanere in ambito musicale, aveva riscosso pareri favorevoli. Oltretutto per chi volesse suggerire un proprio doodle alla memoria di qualche celebre personaggio è a disposizione perfino una mail proposals@google.com.

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