I musulmani sciiti della Nigeria accusano i militari di avere ucciso centinaia di membri della loro comunità durante il weekend a Zaria, cittadina del nord dove il comandante dell’esercito era stato accolto da una rivolta. Le uccisioni – ha detto un portavoce della comunità sciita, Ibrahim Musa – sono state compiute in modo “indiscriminato”.

Attivisti per i diritti umani confermano il “massacro” e parlano di “centinaia di sciiti, fino a mille“, nella città roccaforte del Movimento islamico della Nigeria che, nato all’inizio degli Anni 80, si ispira alla Rivoluzione iraniana ed è appoggiato da Teheran. Il leader del gruppo Ibrahim Zakzaky è stato ferito e arrestato, e verserebbe in gravi condizioni. Una delle sue mogli è stata uccisa, e la sua abitazione distrutta. Un tempio e diverse case rase al suolo. (ANSA-AP).

Lunedì l’Iran ha convocato l’incaricato d’affari nigeriano per protesta. Teheran ha sottolineato che il governo nigeriano ha la responsabilità di proteggere gli sciiti che vivono nel Paese.
Secondo la versione dei militari – riferita dal portavoce Sani Usman – i soldati a Zaria hanno reagito ad un “tentativo consapevole di assassinio” del generale Tukur Baratai. Testimoni riferiscono che quando la colonna militare del capo dell’esercito è entrata in città è stata accolta da lancio di sassi, barricate e pneumatici dati alle fiamme.

La comunità sciita smentisce: i soldati hanno attaccato indiscriminatamente i fedeli che si erano raccolti a centinaia di fronte al centro di preghiera, sabato scorso. “E’ un attacco premeditato”, afferma un comunicato del Movimento.

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