Se aumenti le tasse, alla fine si paga e ci si ripromette di ricordarsene alla prima occasione elettorale per cambiare voto… poi puntualmente uno se ne dimentica. Ma se mi togli i risparmi di una vita, non te ne scordi più. La vita di un pensionato quasi sempre dipende da quel suo risparmio accantonato con grande fatica e che rappresenta la valvola di sicurezza per sopportare l’ansia della terza età. Una condizione particolare che ti spinge ad affrontare il quotidiano con entusiasmo, perché ogni cosa che fai potrebbe essere sempre “l’ultima volta”. Questa è l’adrenalina che tiene in vita i nostri padri, nonni, le nostre zie. Berlusconi sapeva bene quanto importante fosse questo spaccato di società italiana. Lo aveva testato ed analizzato con i suoi “format di rilevazione”: Ok il prezzo è giusto, il palinsesto di Rete4, oggi con Quinta colonna. I talk, non a caso oggi parlano solo di pensioni, perché il target è molto interessato ad esse.

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La vicenda del pensionato di Civitavecchia ha lo stesso impatto che in Tunisia ebbe la vicenda del venditore di gelsomini sui giovani. Penetra nell’anima in un attimo, e rimane latente e laborioso come un virus pronto a diffondersi ed a modificarsi. Questa è la vera partita di Renzi ed è la partita che rischia di infuocare gli animi. Quando un pensionato perde tutto, l’impatto sulla sua persona è devastante, perché quel gruzzolo era la speranza di fronteggiare una eventuale emergenza sanitaria, il tesoro che garantiva il mantenimento degli affetti personali perché sosteneva nipoti e varie esigenze (il fondo regali e contributi agli studi per esempio), la medaglia d’onore che certificava la vita lavorativa da persona responsabile e previdente.

Quel Tfr salvato dalla bufera degli ultimi tempi era il fieno in cascina che rendeva viva una persona, è la dignità ed allo stesso tempo la reputazione. In questo mondo a volte è ciò che conta per esistere. E’ l’ultima spiaggia perché non è ricostruibile con altrettante rinunce, sacrifici abilità nel risparmiare. Tempo scaduto… Quei pensionati, divoratori di dépliant aziendali, dove campeggiano prezzi ed offerte più vantaggiose, affollate di 2 o 3 al prezzo di uno, di saldi strepitosi (i giornali più letti ed utilizzati oggi, per numero di copie e lettori, distribuiti porta a porta, che riescono a farti campare con 200 euro di spesa al mese), sanno che non potranno più ricostruire quel fondo di sicurezza, il loro vero tesoro. Se lo perdono si sentono perduti, e soprattutto non riescono a farsi una ragione del fatto di essere caduti in una trappola.

Una truffa verso un anziano è come un omicidio, perché immette una persona in un incubo dal quale difficilmente uscirà. Ci penserà in ogni minuto della sua vita, perderà l’entusiasmo stesso di tutto, non si fiderà più neanche di se stesso. E adesso sì che gli italiani si incazzano, perché sono state colpite le mamme, i nonni, le zie e potenzialmente tutti sono a rischio, perché oggi si firma senza leggere. Mediamente in banca quando cominci un rapporto ti fanno mettere una ventina di firme su carte che ovviamente fai difficoltà a leggere subito. Adesso sì che ci incazziamo tutti! Il risparmio era l’unica posta attiva che a scalare reggeva la reputazione dell’Italia anche nei momenti più difficili: si, c’è un enorme debito pubblico ma c’è anche un’enorme quota di risparmio delle famiglie. Era la vera fidejussione che qualunque ministro presentava per ottenere credibilità.

Dopo questo gioco infernale delle 4 banche, “todo cambia” e Renzi dovrà capire che in Italia non sono i Serra che tirano la carretta, ma i pensionati e le loro certezze, quelli che fermavano Bersani per ringraziarlo di aver tolto i 5 euro della ricarica che hanno trasformato in aumento della paghetta al nipote o dei mutui rinegoziati che son riusciti a salvare la casa del figlio. Sono quelli il Sale della Terra e quando ne fai fuori qualcuno con la penna, te li ritrovi tutti addosso coi forconi. Matteo… non c’è da star sereni!

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