Stipendi e indennità di carica al servizio della città. In tempi di tagli ai bilanci e di fondi ridotti da Roma agli enti locali, il sindaco, la giunta e i consiglieri comunali di Casteldelci, borgo medievale costruito sul punto d’incrocio tra l’Emilia Romagna, le Marche e la Toscana, hanno deciso di devolvere i propri guadagni a favore della collettività. “Non parliamo di cifre altissime, io come sindaco percepisco 650 euro – racconta il primo cittadino del Comune in provincia di Rimini, Luigi Cappella (Pd), eletto l’anno scorso con una lista civica di centrosinistra – però ci permettono di fare tante piccole cose”. Pagare la benzina ai volontari cittadini, ad esempio, o portare a termine qualche opera di manutenzione. Poi c’è il Natale. Il Comune quest’anno non avrebbe avuto i fondi per organizzare iniziative o eventi, così, attingendo direttamente dal proprio stipendio, l’amministrazione ha deciso di rimediare, invitando Teo Ciavarella, pianista che suonò con Lucio Dalla, Freak Antoni, ma anche con Pupi Avati, Renzo Arbore e Vinicio Capossela, per un concerto a ingresso libero.

“Fare il sindaco in un momento come questo non è facile – racconta Cappella – io ad esempio ho ereditato, quando sono stato eletto, un bilancio comunale con un disavanzo da 100mila euro, il che mi rende impossibile spendere risorse per la cultura, o per altre iniziative utili. Però sono un medico in pensione, e visto che posso ho scelto di usare il mio stipendio da primo cittadino per permettere alla città di togliersi qualche sfizio, o di fare qualche lavoro utile. Questo non vuol dire che tutti i sindaci debbano fare altrettanto, guidare una città è un lavoro a tempo pieno e se gli emolumenti legati alla carica sono l’unica fonte di reddito è giusto tenerli. Però per me che ho una pensione è una soddisfazione devolverli”.

Casteldelci non è l’unico Comune in Italia ad aver visto la propria giunta rinunciare agli stipendi per sopperire alla mancanza di fondi nelle casse pubbliche. A Lagnasco, in provincia di Cuneo, ad esempio, già da qualche anno il sindaco al secondo mandato Ernesto Testa (Lista civica) e i suoi assessori non incassano le retribuzioni, devolvendo annualmente circa 25.000 euro alla città. Soldi che vengono spesi per progetti diversi decisi dal Comune di volta in volta: nel 2010, ad esempio, sono stati utilizzati per realizzare servizi igienici pubblici in zona cimitero, mentre nel 2011 hanno finanziato un impianto di videosorveglianza cittadino.

Il sindaco di Gonars, cittadina friulana da 4.800 abitanti, Marino Del Frate (Lega Nord) come promesso in campagna elettorale ha devoluto il proprio stipendio a favore delle famiglie in difficoltà: contributi erogati a fronte di attività di pubblica utilità. “Le persone che riceveranno i sostegni dovranno corrispondere attività a favore della comunità quali manutenzioni, compiti d’ufficio, servizi sociali e altri piccoli contributi lavorativi – spiega Del Frate – e saranno selezionate attraverso un bando a cui possono partecipare tutti i disoccupati. Credo sia il modo più corretto e dignitoso per aiutare chi ne ha bisogno, persone che spesso preferiscono lavorare piuttosto che ottenere un sostegno pubblico soltanto in virtù della propria condizione di disagio”.

Discorso simile a Pantigliate, nel milanese, dove il sindaco Claudio Veneziano (Lista civica) e il suo vice Franco Abate hanno deciso di non versare il loro stipendio sul loro conto corrente, ma su un fondo destinato alla cittadinanza. Risorse con cui è stato finanziato l’acquisto di banchi, sedie e armadietti per l’Istituto comprensivo Falcone e Borsellino, che raggruppa le scuole materne, elementari e medie.

“Le piccole comunità, oggi come oggi, vanno avanti soprattutto grazie a questo spirito – spiega Cappella – anche perché tra i tagli imposti dal governo agli enti locali e la burocrazia, a fronte di 50 problemi se ne possono risolvere al massimo 2. E’ dura. Io vengo da una cultura di centrosinistra, però penso che servirebbe un bello scrollone: così non va. Noi sindaci, specie dei piccoli comuni, ci sentiamo abbandonati dallo Stato”.

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