Viale Castro Pretorio n. 95, duecento metri dalla stazione Termini di Roma, Complesso logistico Pio IX, il vicario di Cristo con il pontificato più lungo dopo San Pietro. Qui ci sono il Circolo ufficiali e la moderna foresteria dell’Esercito. All’alba non c’è lo sfiancante alzabandiera e la mensa non offre pasti frugali. Così i politici sgomitano per ottenere una stanza per pochi euro al giorno o al mese, spesso strappano una suite di caratura internazionale con vasca o doccia idromassaggio, disimpegno, salottino, studiolo. E pazienza se la foresteria, come precisano con solerzia i generali, sia riservata ai militari in servizio o in congedo.

Gli uomini del ministro e del sottosegretario – All’albergo-caserma Pio IX, e la scelta non è imposta da motivi di sicurezza, la Difesa ha trasferito dipendenti e assistenti del ministro Roberta Pinotti (Pd) e del sottosegretario Gioacchino Alfano (Ncd).

Quando al ministero c’era ancora Mario Mauro durante il governo di Enrico Letta, l’allora sottosegretario Pinotti abitava in un alloggio di Castro Pretorio per 7 euro al giorno, più un euro per le pulizie. Poi l’ha lasciato in eredità all’altro Alfano dell’Ncd, Gioacchino, che ha pensato bene di portare con sé tre collaboratori. Ora il ministro Pinotti vive altrove, ma al Pio IX restano il suo portavoce, il segretario particolare e un consulente del gabinetto. Non cambia l’obolo: 7 euro al giorno, che diventano 8 per rifare il lettone e lavare la biancheria.

Emigrato a Roma per svolgere il mandato a Palazzo Madama, il senatore Roberto Formigoni (Ncd) ha trovato rifugio in caserma, in una suite internazionale al costo di 39,40 euro al giorno compresa la colazione. Un prezzo assurdo per il mercato e la posizione. Anche il viceministro Riccardo Nencini (Trasporti), che non c’entra niente con l’Esercito e di solito è impegnato in edilizia e cantieri, riceve il trattamento Formigoni, e vive in una camera di livello superiore.

Parlamentari di breve e lungo corso – Non è mai agevole prenotare una suite. Oltre ai già citati Formigoni e Nencini, ci riescono spesso il leghista Giacomo Stucchi, presidente del Comitato per la sicurezza della Repubblica (Copasir, l’organo che controlla i Servizi segreti) e l’ex ministro democristiano Gian Guido Folloni. Per Stucchi può valere una ragione di sicurezza, per Formigoni & C. non esiste. Per la comodità e il risparmio, la foresteria Pio IX è molto ambita dai parlamentari che incassano una diaria di 3.500 euro al mese. E poi è riservata come una caserma militare e lussuosa come un hotel a cinque stelle: 88 camere; cortile con palme; garage per cento auto; nove sale ristorante; tavernetta per le pizze; palestra attrezzata. Con queste tariffe: suite internazionale 39,40 euro; alta rappresentanza e matrimoniale 28,90; singola 21,90. L’alloggio costa 7 euro al giorno, ma non prevede la colazione che, però, è inclusa nel prezzo delle altre camere. In un qualsiasi quattro stelle, ma anche in qualche tre stelle, la colazione da sola costa come una camera singola del resort Pio IX. Allora pure la molisana Sabrina De Camillis, una semplice “esperta per la riforma del titolo V” del ministro Beatrice Lorenzin (Salute), ex deputata di Ncd e sottosegretaria con Letta, non rinuncia mai a una camera al Pio IX. Quando ne ha bisogno, e non capita di rado, chiede una stanza anche Giovanna Petrenga, la forzista componente della commissione Difesa. Il Pio IX gli ha assegnato una camera di alta rappresentanza, forse perché impressionati da un incarico meramente simbolico: presidente della delegazione italiana presso l’Assemblea della Nato.

Manca il campo, ci sono i calciatori – La foresteria Pio IX non ha ancora un campo da calcio, ma è molto frequentata da ex deputati giocatori della nazionale dei parlamentari: Costantino Boffa (consulente di Invitalia, difensore); Michele Cappella (centrocampista); Salvatore Buglio (mediano di spinta); Tommaso Pellegrino (attaccante). Il presidente della squadra è Gioacchino Alfano. Per le trasferte a Roma, la foresteria è utilizzata anche dagli ambasciatori Claudio Bisogniero (Stati Uniti) e Pier Francesco Zazo (Australia). Per bloccare una stanza un ufficiale deve chiamare un numero dedicato. Contattati al telefono, Formigoni e Nencini non sanno spiegare e chiamano in causa imprecisate “segretarie”. Dal senatore al viceministro fino agli ex deputati: questi clienti del Pio IX, dunque, sembrano non avere titoli per soggiornare in caserma. E lo scrive nero su bianco il generale Paolo Raudino, capo ufficio del V reparto Affari generali dello Stato maggiore, in una lettera inviata lo scorso giugno all’Associazione mutilati e invalidi di guerra: “Le predette foresterie devono essere utilizzare obbligatoriamente dal personale dell’amministrazione in caso di missioni all’interno del territorio nazionale. E sono destinate prioritariamente per esigenze, anche di carattere familiare, del personale in servizio e in quiescenza dell’esercito”. In realtà, Nencini e Formigoni si accomodano. I mutilati di guerra possono attendere.

da Il Fatto Quotidiano dell’1 dicembre 2015 (aggiornato il 3 dicembre)

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