Presidio all'Istituto Garofani di Rozzano con Matteo Salvini e Mariastella Gelmini

Tutto è cominciato con il fattaccio della scuola di Rozzano (Mi) dove il preside, Marco Parma, ha deciso di fare a meno dei canti natalizi adducendo una motivazione piuttosto discutibile in riferimento alle stragi di Parigi: “Certamente se avessimo organizzato un concerto di canti religiosi qualcuno avrebbe potuto interpretarlo come una provocazione, forse anche pericolosa”.
Posso essere certamente d’accordo con chi ritiene inopportuna la presenza del crocifisso nelle aule di tribunale o negli ospedali perché, sino a prova contraria, l’Italia è uno Stato laico e non confessionale e l’esposizione di simboli religiosi nei luoghi pubblici potrebbe anche essere evitata senza nessuno scandalo, ma i canti natalizi, le recite e i festeggiamenti nelle scuole sono sempre stati un momento di aggregazione soprattutto per i più piccoli, cristiani, musulmani, ebrei o induisti che siano, e considerarli una pericolosa provocazione è esagerato se non addirittura ridicolo.
Come ridicola è stata la presenza di Matteo Salvini con il presepe in mano all’interno della scuola di Rozzano durante le ore di lezione, con l’apparente scusa di accogliere le lamentele dei genitori preoccupati che i loro pargoli non potessero intonare Bianco Natal, ma con la reale intenzione di fare propaganda elettorale al grido di “se non vogliono il presepe nelle scuole se ne tornino al loro Paese!”.

Così è accaduto che con l’intento di favorire l’integrazione e l’inclusione a Caterina Chenet, la preside di una scuola di Romano D’Ezzelino in provincia di Vicenza, sia venuto in mente di organizzare un concerto di Natale che prevede l’esecuzione da parte degli studenti di canti multietnici e multiculturali. Anche in questo caso la dirigente scolastica si è trovata a fare i conti con le proteste piuttosto veementi dei genitori di alcuni studenti e dei soliti rappresentanti della Lega Nord. Durante la trasmissione Pomeriggio 5 alcune mamme in collegamento si sono dette assolutamente contrarie ai canti “multinazionali”, alcuni papà hanno affermato che dato che non capiscono l’arabo e l’africano non accettano i canti di altri Paesi e un altro genitore ha lamentato il fatto che suo figlio ha dovuto cantare una canzone dove si imitavano i versi degli animali come il leone, l’orso e la zebra e via discorrendo, come se anche la natura non facesse parte del disegno di armonia e di pace universale che la preside e gli insegnanti intendevano celebrare durante la recita.

La preside si è difesa rivendicando una scelta culturale e spiegando la decisione di eseguire canzoni africane per ricordare le studentesse africane di credo cristiano rapite di cui nessuno parla e ha illustrato il repertorio del concerto contenente canzoni ungheresi del 1500, canzoni della tradizione americana come il gospel, canzoni israeliane, canti natalizi della tradizione europea inglese e canti tradizionali italiani come Tu scendi dalle stelle. Nemmeno a dirlo, il leghista Gianluca Buonanno, presente in studio, non ha perso occasione per fare il suo comizio parlando di suicidio politico culturale del nostro Paese, di svendita della nostra cultura e di finta integrazione “con il solo risultato che siamo ospiti a casa nostra”.

Insomma, sempre la stessa tiritera in salsa padana, a tratti interrotta da Emiliano Liuzzi del Fatto Quotidiano, in collegamento, e dalla conduttrice Barbara D’Urso, che pregava Buonanno di non fare sempre le solite tirate ideologiche. Buonanno ha persino definito totalmente inadeguata la dirigente scolastica, parole dalle quali la conduttrice si è dissociata, parole dalle quali dovremmo dissociarci tutti dopo aver visto lo stesso sindaco leghista qualche settimana fa brandire assai inadeguatamente una pistola in diretta tv e lanciare l’iniziativa di regalare 250 euro ai cittadini che intendono comprarsi un’arma da fuoco per farsi giustizia da soli.

A pochi giorni dal Natale, che ognuno di noi sceglierà di celebrare o meno a casa propria, con il presepe o senza il presepe, con il panettone con o senza canditi (vorrei conoscere qualcuno che non lo mangerà!) e di fronte a scuole che decidono di escludere qualsiasi riferimento religioso, le medie di Romano d’Ezzelino scelgono di includere invece di escludere in nome dell’integrazione, della pace e della fratellanza fra i piccoli studenti italiani e stranieri. Ma alla Lega non va bene nemmeno così.

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