Contrordine, abbiamo scherzato. Dopo la consistente sforbiciata del 2013 alle indennità di funzione dei suoi burocrati di alto rango, alla Camera dei deputati si fa retromarcia. E, come nel gioco dell’oca, si torna di nuovo al punto di partenza. La denuncia arriva da Riccardo Fraccaro, segretario dell’Ufficio di presidenza in quota Movimento 5 Stelle. Che, a ilfattoquotidiano.it, spiega come, per effetto della proposta formulata oggi dal Comitato affari del personale, i corposi incentivi economici intascati dai ruoli apicali dell’amministrazione di Montecitorio rischiano di essere riportati ai livelli di due anni fa. Uno scandalo”, accusa il deputato grillino, “che ci costerà 3,4 milioni di euro all’anno a partire dal 2016, oltre 1,2 milioni di spesa in più rispetto ai livelli attuali”.

REGALO DI NATALE – Gli aumenti, d’altra parte, non sarebbero di poco conto. “Basti pensare che il segretario generale, che già intasca uno stipendio annuo superiore ai 300 mila euro, si vedrà bonificare ogni mese altri 2.200 euro netti sul conto corrente, esattamente la stessa somma che percepiva fino al 31 dicembre 2012 prima dei tagli”, aggiunge Fraccaro. “Singolare poi che questa misura sia stata proposta dal Pd che, mentre definisce incostituzionale il reddito di cittadinanza e obbliga anziani e persone non autosufficienti a pagare la Tasi anche se costretti a trasferirsi in una casa di riposo o di cura, confeziona il regalo di Natale per la Casta parlamentare”. Insomma, “un regalo che dal 1° gennaio sarà messo, ovviamente, in conto ai soliti contribuenti”.  Domani la proposta sarà illustrata in Ufficio di presidenza. “Che molto probabilmente la formalizzerà”, annuncia il deputato grillino: “Con buona pace per gli impegni presi dalla maggioranza, in particolare dopo l’insediamento del governo Renzi, di eliminare privilegi e prebende incomprensibili e inaccettabili”.

CUCCAGNA INFINITA – Segretario generale a parte, secondo i grillini, se l’Ufficio di presidenza darà il via libera alla proposta del Comitato, dal prossimo anno torneranno a beneficiare del ripristino dei vecchi livelli dell’indennità di funzione anche molti altri ruoli apicali dell’amministrazione della Camera. I vice segretari e il capo avvocatura, per esempio, passerebbero da 652 a 1.450 euro netti al mese. Per il consigliere capo servizio e il consigliere capo della segreteria del presidente si salirebbe da 598 a 1.197 euro. Anche il consigliere capo ufficio della segreteria generale si vedrebbe quasi raddoppiare l’indennità di funzione da 485 a 882 euro. Passerebbe da 378 a 630 euro al mese il consigliere capo ufficio o titolare di incarico di coordinamento equiparato e da 286 a 441 il coordinatore di unità operativa di V livello ed equiparati. “Giusto per dare qualche numero, beneficeranno tra gli altri di questa nuova indennità di funzione 141 funzionari di V livello su 152 e 121 di IV livello su 266 – fa notare ancora Fraccaro –. Praticamente la larga maggioranza dei funzionari che rivestono già ruoli apicali e percepiscono stipendi alti per i quali l’indennità di funzione appare del tutto ingiustificata tanto sul piano dell’entità che della legittimità”.

Twitter: @Antonio_Pitoni

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