Il ministro Marianna Madia, ospite a Bologna del convegno “Viaggia nell’Italia che innova”, organizzato da Sole24ore e Confindustria e EY, prima parla dell’imminente varo del FOIA, il Freedom Of Information Act indirizzato a “un accesso civico generalizzato per le informazioni della pubblica amministrazione”. Ma pochi istanti dopo avere parlato del nuovo Act del governo (il secondo dopo il Jobs Act) e avere citato la “trasparenza“, il titolare della Pubblica Amministrazione non risponde a una domanda del Fatto Tv sulla questione degli scontrini di Matteo Renzi quando era sindaco di Firenze. La vicenda è nota. Dopo che la Corte dei conti della Toscana aveva archiviato l’inchiesta sulle spese dell’ex primo cittadino fiorentino, il consigliere comunale di opposizione Tommaso Grassi (Sel), che da troppo tempo chiede l’accesso alla documentazione,  ha continuato a insistere sulle ricevute delle spese sostenute dall’ex sindaco, comprese quelle riguardanti pranzi e cene. Inizialmente l’amministrazione, ora guidata dal sindaco Dario Nardella, aveva parlato di impossibilità di consegnarli per la “riservatezza” dovuta alle indagini dei magistrati contabili. E se la scusa non reggeva, le indagini ora sono definitivamente chiuse: “Non ci sono più scuse. Devono darmi copia degli scontrini di Renzi. Non ci sono veti né inchieste”, aveva detto Grassi. I consiglieri che fanno richiesta di accesso agli atti della pubblica amministrazione comunale hanno per legge il diritto di ottenerli. A proposito di trasparenza. Ma c’è trasparenza e trasparenza, intendiamoci. Così, il ministro della PA a domanda non risponde, preferendo la fuga

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