Un modo per ridurre le emissioni inquinanti e l’impatto sull’ambiente abbracciando una filosofia più ecosostenibile, ma anche per risparmiare sulle spese che comporta non soltanto il possesso di un’auto o di un furgone, ma soprattutto il doverci lavorare: la nuova frontiera del trasporto merci in città si chiama cargo bike e prevede l’utilizzo di una bicicletta non soltanto come mezzo di spostamento, ma anche per effettuare consegne e ritiri.

Se da una parte il progresso avanza inesorabilmente con l’introduzione addirittura di droni in grado di consegnare gli ordini (Amazon insegna), dall’altra prende piede un trend che mai come in questi ultimi tempi, dopo il debutto in Italia (per la precisione a Milano) nel 2008, ha riscosso così tanto successo: usare una bici significa dare un taglio netto alle spese, a iniziare da carburante, bollo, assicurazione e manutenzione, avere accesso ad aree della città precluse alle auto e sgusciare più velocemente nel traffico, trasportando il prezioso carico in uno zainetto assicurato sulle spalle o in un vano apposito ricavato davanti al sedile.

Urban Bike Messanger

È un mercato in rapida espansione, che dai “soliti” documenti, libri, dvd e chiavi si è esteso anche a consegne di oggetti molto più grandi, con l’adozione di biciclette in grado di trasportare sino a 60 chilogrammi: “Consegnamo di tutto, dai carichi più piccoli, per cui utilizziamo i semplici zaini, a quelli più grandi come alimentari, fiori, plichi di documenti, attrezzature per uffici come computer o stampanti. Negli ultimi 4 anni siamo passati dall’avere metà clienti privati e metà aziende a quasi tutte aziende”, ha spiegato a Ilfattoquotidiano.it uno dei tre soci fondatori della milanese Urban Bike Messanger, Matteo Castronuovo, chiarendo che chi si rivolge a loro lo fa “per una scelta etica, ma anche perché si sono resi conto che siamo più performanti: se prima era solo per i simpatizzanti, che pensavano a noi come ai ‘ragazzi in bici’, negli ultimi tempi hanno capito che siamo semplicemente più veloci di quanto potrebbero essere uno scooter o un’auto”. Velocità possibile per l’adozione di percorsi vietati ai mezzi motorizzati. Un esempio su Milano? “Per consegnare da Duomo a piazza Castello noi facciamo Vittorio Emanuele. Da Porta Genova a via Tortona ci carichiamo la bici in spalla, percorriamo il ponte e siamo a destinazione in pochi minuti”.

Un business in cui ha deciso di investire anche un colosso come Dhl, che due anni fa ha lanciato un progetto pilota affidando parte delle consegne urbane ai corrieri in bicicletta, e che da allora non più più tornato indietro: “Oggi la nostra flotta conta su 14 mezzi cargo, comprese le bici Dhl”, ci ha spiegato ancora Castronuovo, che nella sua azienda ha 20 corrieri che fanno sino a 500 consegne “green” al giorno. Il costo base (fuori abbonamento) è di 9 euro, mentre chi acquista un carnet di 100 tagliandi paga 4 euro più Iva: “La nostra intenzione è fare prezzi ad hoc sulla base delle dimensioni del carico e della frequenza. Ci sono grandi studi di avvocati o multinazionali che acquistano anche 500 tagliandi, e per loro i prezzi sono diversi. Vogliamo estendere il ‘su misura’, insomma”, soprattutto alla luce del fatto che sono sempre di più le aziende che, complici anche le agevolazioni fiscali, richiedono il servizio.

Cargo-2

Ma se Milano, come Bologna (altra località in cui è presente Ubm), è una città “piatta”, che si presta alle esigenze – di velocità e non solo – dei ciclisti, ce ne sono altre in cui la morfologia non aiuta: è il caso di Genova, che con le sue continue discese e salite può rappresentare un ostacolo per il trasporto di carichi pesanti su due ruote. Eppure “siamo in crescita”, conferma soddisfatto Ivan Azzaro, fondatore di Eco Bike Courier, azienda che dopo essere partita con le consegne di plichi, buste e documenti adesso conta su una bici cargo (nella foto sopra) con un pianale di 80 centimetri che può trasportare sino a 80 kg (“di più è possibile, ma molto difficile”), due mini cargo (bici modificate da loro per renderle adatte a trasporti più voluminosi) e “aspettiamo altre due cargo per questa settimana. Genova va molto bene, noi lavoriamo con le aziende agricole e il settore food: oggi collaboriamo per esempio con due aziende del basso Piemonte che consentono di fare la spesa online e comporre il tuo carrello. Loro consegnano a noi i prodotti in giornata, noi provvediamo a distribuirli in città”.

Con qualche aiutino, proprio per la natura delle strade genovesi: “Nel centro storico è il mezzo più rapido, efficiente e veloce, ma per le cargo abbiamo scelto la pedalata assistita. Al momento siamo 5 corrieri, facciamo tra le 80 e le 120 consegne giornaliere e la nostra tariffa, in abbonamento, va dai 4 ai 5 euro a corsa a seconda di quanti ticket si acquistano”. Molto più rare le corse singole, soprattutto per le cargo, ma anche in questo caso, come a Milano, il conto è tagliato spesso su misura.

Talmente su misura che gli eco corrieri si possono trovare ormai in moltissime città italiane: da Mestre a Palermo, passando per Pisa, Firenze, Napoli e Bari, sono una trentina le località dove il servizio è disponibile. E potrebbero diventare di più nel momento in cui anche l’Italia si mettesse al passo con il resto dell’Europa adottando politiche bike friendly, potenziando le piste ciclabili e regolamentando meglio la difficile convivenza tra due e quattro ruote.

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