Un fascicolo rimasto fermo per un lustro, una richiesta d’archiviazione bocciata due volte, e il rischio di un’imputazione coatta per corruzione in atti giudiziari rischiano di sbarrare la strada della Consulta a Giovanni Pitruzzella, il costituzionalista palermitano che dal 2011 guida l‘Antitrust.

Il docente siciliano è infatti il candidato di Scelta Civica per andare ad occupare una delle poltrone di giudice della Corte costituzionale rimasta libera. Una vecchia indagine della procura di Catania però rischia di compromettere l’elezione del numero uno dell’Autorità garante della concorrenza.

La vicenda, raccontata dal quotidiano Repubblica, nasce da un lodo arbitrale del 2008 tra l’Università Kore di Enna e quella di Catania. Oggetto del contendere era il pagamento di 25 milioni di euro chiesto dall’università etnea al primo ateneo, somma vantata per aver fornito personale didattico. Il collegio arbitrale però decise a maggioranza per un risarcimento di appena 100mila euro: a favore votarono Pitruzzella, arbitro nominato dalla Kore, e il presidente del collegio, Giuseppe Di Gesù, mentre contrario era Giuseppe Barone, indicato dall’Università di Catania.

Un esposto anonimo arrivato alla procura etnea, però, sosteneva che la figlia di Di Gesù aveva ottenuto un incarico come docente di Diritto internazionale dall’università di Kore, proprio nello stesso periodo in cui si era aperto il lodo arbitrale. Le indagini appurarono che in effetti la figlia del presidente del collegio insegnava a Enna.

Per qualche motivo, però, il fascicolo che ipotizzava il reato di abuso d’ufficio, sempre contro ignoti, rimase fermo e dimenticato. Fino a quando il pm Valentina Grosso non aveva chiesto l’archiviazione per intervenuta prescrizione: richiesta bocciata dal presidente della sezione gip di Catania, Nunzio Sarpietro, che aveva ordinato alla procura di indagare per corruzione in atti giudiziari quattro persone. Si tratta dello stesso Di Gesù, dell’allora presidente della Kore Giuseppe Petralia, dello stesso Pitruzzella, e di Carlo Comandè, avvocato dell’università di Enna nel lodo arbitrale, legale dello storico studio del costituzionalista palermitano, che ha ereditato quando il docente è stato nominato al vertice dell’Antitrust.

L’ipotesi tracciata dal gip è che quindi Di Gesù avrebbe votato come Pitruzzella, e in favore della Kore in cambio dell’assunzione della figlia. La procura, però, ha nuovamente chiesto l’archiviazione dell’indagine, bocciata per la seconda volta dal gip. Adesso la data cerchiata in rosso sul calendario è quella del prossimo 4 dicembre, quando il giudice comparirà in udienza camerale: e in quell’occasione potrebbe decidere l’imputazione coatta degli indagati, compreso Pitruzzella. Che per allora potrebbe essere già stato eletto alla Consulta.

Articolo Precedente

1980, la strage di Bologna tra passato e presente

next
Articolo Successivo

Comune di Roma, perquisizioni all’ufficio Contravvenzioni: “Truffa, falso e appropriazione indebita”

next