Tu scendi dalle stelle” e “Adeste fideles” non si devono cantare all’Istituto comprensivo Garofani di Rozzano, in provincia di Milano. Lo ha stabilito il dirigente Marco Parma che ha deciso di opporsi alla proposta di alcune mamme e papà di festeggiare il Natale a scuola, insegnando ai bambini della primaria le nenie per Gesù Bambino. Un diniego che ha scatenato molti genitori degli allievi dell’istituto comprensivo pronti a dar battaglia al preside che in nome della laicità ha vietato i canti religiosi.

Già nei mesi scorsi il consiglio d’istituto si era opposto alla proposta di appendere i crocifissi nelle aule. Ora l’abolizione della festa di Natale sembra aver mandato su tutte le furie i parenti di alcuni ragazzi legati alle tradizioni. Dal canto suo Parma, che ricopre il ruolo di reggente in quella scuola, non si scompone e spiega: “Due mamme sono venute a chiedermi di consentire l’ingresso a scuola di genitori che avrebbero dovuto insegnare canti religiosi ai bambini delle elementari. Ho opposto un diniego e risposto loro che la scuola aveva una propria programmazione musicale che facciamo in collaborazione con un’associazione benefica. Intendiamo seguire la nostra attività e nel rispetto delle minoranze non introdurre elementi di carattere religioso a scuola”.

Nessun “Gloria” e “Cantan gli angeli” verrà fatto nelle aule della scuola di Rozzano. I bambini si saluteranno in maniera laica prima di andare in vacanza, mangiando certo il panettone insieme a insegnanti e genitori ma senza intonare canzoni che si fanno in Chiesa. “Ci volevano far fare un’iniziativa per nulla programmata che rischiava di causare seri problemi. Secondo queste mamme – spiega il preside – i bambini avrebbero dovuto esibirsi in un canto religioso cui altri compagni di religione diversa non avrebbero partecipato”. E Parma non intende modificare la sua scelta. L’appuntamento con il saggio musicale che molte scuole propongono prima delle vacanze di Natale (anche alla Garofani lo scorso anno era stato fatto prima delle festività) è calendarizzato per il 21 gennaio ed è stato ribattezzato “Festa d’Inverno” rigorosamente laico con filastrocche di Gianni Rodari e canzoni di Sergio Endrigo.

“Io sono convinto – spiega il dirigente che è stato anche candidato sindaco per una lista civica e per il M5S a Rozzano – che la scuola debba essere laica. La laicità è l’unica possibilità di integrazione che abbiamo. Se insistiamo sulle singole identità dove andremo a finire?”. Non ne sono persuasi, invece, i genitori che ora puntano l’indice anche contro la scelta della scuola di non appendere il crocifisso. “Nel consiglio d’istituto, una mamma della scuola secondaria di primo grado, nella scorsa primavera, ha sollevato la questione dei crocifissi nelle classi. Il caso – illustra Parma – era già stato discusso anche in consiglio comunale a Rozzano: la maggioranza aveva votato una mozione che lasciava la libertà ai consigli d’istituto di decidere in merito. Abbiamo portato la proposta di quella mamma all’attenzione dell’organo collegiale e abbiamo deliberato di non dare corso a quell’iniziativa perché i simboli identitari sfavoriscono il processo di integrazione”.

Un tema, quello dei riferimenti religiosi negli spazi pubblici, oggetto anche del dibattito politico. Il primo a commentare la decisione del dirigente di Rozzano è il segretario leghista Matteo Salvini: “Cancellare le tradizioni è un favore ai terroristi. Pensate quelli dell’Isis se ci stanno ascoltando quanto ci prendono per coglioni”. E’ intervenuto anche Roberto Formigoni che ha scritto sul proprio account Twitter: “Preside scuola #Rozzano cancella il #Natale. È un atto di cretinismo, sottomissione all’islamismo, complicità. Il preside è candidato di M5s”.

Articolo Precedente

Lavoro, Poletti: piuttosto parliamo di docenti e meritocrazia

next
Articolo Successivo

Rozzano, canti di Natale vietati a scuola. Faraone: “Scelta miope presa da chi confonde inclusione e quieto vivere”

next