La sera del 5 agosto 1989 il poliziotto Nino Agostino viene ucciso nella sua casa di vacanza a Villagrazia di Carini, a pochi chilometri da Palermo. Insieme a lui muore la giovane moglie Ida Castelluccio che aspettava un bambino. Un duplice delitto rimasto irrisolto da oltre 25 anni, segnati dalla lunga barba bianca che il padre di Nino, Vincenzo Agostino, non ha mai più tagliato. Un quarto di secolo segnato anche da misteri e depistaggi che hanno protetto nell’ombra mandanti ed esecutori, oltre al misterioso “Faccia da mostro”: un uomo delle forze dell’ordine legato ai Servizi che numerosi testimoni e collaboratori di giustizia hanno detto essere presente o coinvolto nelle più efferate stragi di mafia. Ma la sua identità è rimasta per anni segreta. Poi, nel 2007, il pentito Vito Lo Forte parla con i magistrati della Direzione nazionale antimafia e per la prima volta fa il nome di Giovanni Aiello, un ex poliziotto che ha lavorato alla Squadra mobile di Palermo con Bruno Contrada, l’ex numero 3 del Sisde condannato per mafia.

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