Avrebbe dichiarato il falso, e cioè di non essere ineleggibile per l’incarico di difensore civico della Regione Campania nell’autocertificazione allegata al curriculum e all’istanza. Conquistando così, con un presunto illecito, il ruolo di garante della legalità dell’istituzione nei confronti dei cittadini. E’ la curiosa parabola del generale Francesco Bianco, indagato dalla sezione reati Pubblica amministrazione della Procura di Napoli diretta dall’aggiunto Alfonso D’Avino. Per una nomina già tormentata, prima annullata poi rifatta uguale uguale. Ma questa è un’altra storia, tra questioni politiche e di diritto amministrativo.

Sul versante penale invece il pm Giuseppina Loreto ha notificato un avviso di conclusione indagini a Bianco contestandogli una presunta violazione della normativa sulle ineleggibilità e incompatibilità al ruolo di difensore civico, vietato ai parlamentari, ai consiglieri regionali, provinciali e comunali, ai componenti del Corecom e agli amministratori di enti pubblici o a partecipazione pubblica. L’incarico (forse) incompatibile: aver fatto parte di una commissione regionale per un progetto aereonautico. “Un incarico a titolo gratuito – spiega Bianco a ilfattoquotidiano.it – e quindi non configurabile tra quelli che fanno scattare l’incompatibilità, come peraltro già hanno stabilito l’ufficio legale della presidenza del consiglio regionale campano e l’avvocatura regionale in alcuni precedenti contenziosi davanti alla giustizia amministrativa”. L’elezione del difensore civico è di competenza del consiglio regionale campano. Ma se l’aula non adempie, il presidente dell’assemblea esercita i “poteri sostitutivi” e procede con un decreto, come nel caso di Bianco. Va però precisato che l’indagine non riguarda la procedura seguita per l’incarico.

Bianco, difeso dall’avvocato Vincenzo Maiello, ha chiesto, come è suo diritto in questa fase dell’inchiesta, di essere ascoltato per spiegare le sue ragioni e argomentare la correttezza del suo operato. Solo dopo l’interrogatorio il pm deciderà se chiedere il rinvio a giudizio o archiviare, al termine di indagini documentali e testimoniali avanzate sul solco di alcuni esposti dell’avvocato Giuseppe Fortunato, il predecessore di Bianco, che gli sta combattendo su più fronti una guerra legale. Sul fronte amministrativo Fortunato ha vinto la battaglia davanti al Tar e al Consiglio di Stato, che ne hanno accolto il ricorso e hanno annullato la prima nomina, firmata nel marzo 2013 dal presidente del consiglio regionale Paolo Romano (Ncd), “per radicale assenza di motivazione capace di giustificare la scelta del Bianco quale difensore civico…”.

Ma è stata una vittoria di Pirro perché il successivo presidente del consiglio regionale, Pietro Foglia (anche lui Ncd) l’11 marzo scorso ha di nuovo nominato Bianco ‘sanando’ l’irregolarità del precedente atto: perché “è sicuramente persona munita di peculiare competenza giuridico-amministrativa”. Lo attesta il curriculum: avvocato del Foro di Avellino dal 1970 al 1983, tenente colonnello in quiescenza dell’Aeronautica Militare, insegnante di Diritto nei corsi dell’Accademia Aeronautica, collaboratore volontario dei corsi di Diritto e Processo Amministrativo nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università del Sannio, ed altro ancora. Il curriculum di Bianco sventola anche i suoi, importanti, trascorsi politici: consigliere comunale di Napoli per circa 30 anni, assessore in due giunte dei primi anni ’90, capogruppo di Forza Italia in Regione Campania, dove ha trascorso due consiliature. Poi è passato all’Udeur ed è diventato direttore della Scuola di Protezione Civile. Nell’Udeur, ormai alleato del centrodestra di Caldoro, nel 2010 si è ricandidato al consiglio regionale senza essere rieletto.

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