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“Insicurezza giuridica”, questo il motivo che metterebbe in fuga le imprese dalla Catalogna, è quanto sostiene Axesor, una delle principali agenzie di rating spagnole.

Conocer para decidir”, lo slogan della società, sembra mutuato dal “conoscere per deliberare” di Luigi Einaudi, la conoscenza dei dati economici potrebbe ora far riflettere l’opinione pubblica e condizionare, in futuro, le scelte della politica: dall’inizio dell’anno ben 683 imprese hanno lasciato la regione catalana optando per il trasferimento della sede a Madrid.

È il caso della catena alberghiera Derby Hotels, della multinazionale francese Suez, leader nel settore delle risorse idriche, o del gigante agroalimentare Valls Companys, con più di duemila addetti. Con le sedi si spostano dipendenti, interi gruppi dirigenziali e capitali: le 683 imprese fatturano – secondo il rapporto – oltre 1500 milioni di euro.

Dipende dalla “inseguridad jurídica” della regione, afferma con pochi dubbi il dossier dell’agenzia di rating, in effetti a fare da contraltare all’entusiasmo dei fautori dell’indipendentismo per la prospettiva di uno Stato nascente, vi sono le ipotesi di possibili boicottaggi commerciali, frutto del risentimento degli spagnoli, l’incertezza delle relazioni con l’Unione europea, l’automatica esclusione dai trattati sul commercio internazionale, l’uscita dalla zona Euro, i dubbi sulla moneta da adottare nella fase transitoria.

Anche gli imprenditori del Círculo de Economía, organizzazione che riunisce le maggiori imprese catalane, tra esse la potente CaixaBank, sanno bene che non sono le semplificazioni introdotte dalla recente riforma societaria a favorire la migrazione di aziende verso Madrid: l’emorragia delle imprese dalla Catalogna è divenuta costante da quando il dibattito sull’indipendenza domina l’agenda della politica.

“Gli elementi offerti dalle agenzie di rating dovrebbero allarmare: dal 2012 sono migliaia, oltre 3200, le imprese che hanno lasciato la Catalogna”, dichiara Andrés Olaya, avvocato catalano esperto in diritto commerciale, “i dati del Registro Mercantil di Madrid confermano che quasi tutte preferiscono il sicuro approdo della capitale”.

La dichiarazione d’indipendenza adottata unilateralmente da Junts pel Sí (coalizione che unisce gli ex moderati di Artur Mas alla sinistra repubblicana) e dagli anticapitalisti della Cup, lo stallo nella scelta del President, dovuto all’ostracismo degli estremisti di sinistra verso l’uscente Mas, aggravano ulteriormente una situazione istituzionale già confusa.

Intanto pochi giorni fa l’autorevole Financial Times ha criticato la folle accelerazione verso l’indipendenza, il titolo diceva proprio così: “The folly of Catalonia’s rush to independence”.

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