Il servizio di autobus in Toscana per i prossimi 11 anni sarà gestito da Autolinee Toscane, società al 100 per cento del gruppo francese Ratp, quello che gestisce tra l’altro la Metropolitana di Parigi. La gara è stata vinta di poco su Mobit (Mobilità Toscana), il consorzio delle aziende di trasporto pubblico locale: un distacco, in particolare, dovuto all’1,2503 per cento di ribasso economico. L’affidamento vale 4 miliardi e è il primo esempio di liberalizzazione del trasporto pubblico su scala regionale. Ora inizieranno le verifiche ulteriori per arrivare all’affidamento definitivo. In questo modo Autolinee, che già gestisce la tramvia di Firenze, sostituirà gli attuali 14 gestori con uno solo. Entrambi i concorrenti si erano impegnati tra l’altro a sostituire in questi 11 anni almeno 2100 autobus dei più vecchi tra i 2900 in servizio sul territorio regionale così da abbassare l’età media dei mezzi.

Ma “il cavallo è drogato” accusa Andrea Zavanella, presidente di Mobit. Nel senso che, secondo Zavanella, Autolinee Toscane non ha i requisiti per partecipare alla gara se non per i “meriti” della società madre, Ratp appunto. “Da parte nostra – dicono alla Mobit – siamo fermamente convinti, sulla base di evidenze legali, della inammissibilità dell’offerta di Autolinee Toscane e ci riserviamo ogni iniziativa a tutela delle nostre aziende e dei loro soci, pubblici e privati. In tale logica oggi stesso abbiamo presentato, ai sensi di legge, la richiesta di accesso agli atti, che ci auguriamo venga evasa quanto prima”. Di contro da una parte la Regione assicura, con l’assessore ai Trasporti Vincenzo Ceccarelli che “questa gara non è stata fatta per difendere o danneggiare nessuna azienda, ma è conseguenza del mutato scenario nazionale”. Dall’altra la società che si è aggiudicata la gara sottolinea che questo esito è “conferma il valore della nostra offerta. In Toscana porteremo innovazione, competenza e l’esperienza nella gestione del trasporto pubblico maturata in campo internazionale (Ratp è presente in 14 Paesi del mondo dove gestisce bus, tramvie, treni e metro). Quello di oggi è primo importante passo verso la ‘rivoluzione’ del trasporto pubblico” in Toscana, commenta l’ad di Ratp Dev e presidente di At Bruno Lombardi.

Per partecipare alla gara, le aziende dovevano avere 72 milioni di chilometri percorsi all’anno negli ultimi 3 anni. “Ma Autolinee Toscane da sola ne fa 1 milione e mezzo all’anno, nel Mugello. Gli altri li mette la sua casa madre, Ratp: ma sono quelli percorsi a Parigi! Così non vale, il cavallo è drogato” afferma il presidente di Mobit, che con le sue società opera in sei province diverse. Zavanella è preoccupato per il loro destino. Se questa aggiudicazione fosse definitiva, “e si tornasse tra 11 anni a fare una gara, non avranno più concorrenti in Toscana perché le nostre aziende ormai non esisteranno più”. Alcune sono storiche, come la cooperativa Cap di Prato, nata nel 1945.

Nonostante negli ultimi anni “i bilanci siano tornati in sostanziale pareggio”, afferma il presidente del consorzio, le aziende del trasporto pubblico in Toscana soffrono da tempo per i ritardi nei pagamenti da parte dell’amministrazione pubblica. “Abbiamo dovuto rifare dei prestiti per aspettare che la Regione ci paghi. Siamo esposti per la Regione di 15 milioni e per gli altri enti di quasi 8 milioni. Ci sono casi drammatici come quello del Comune di Viareggio, da cui dobbiamo ancora recuperare 2 milioni, o di Livorno, 4 milioni. E non sappiamo quando pagheranno. Noi i soldi li prendiamo in prestito al 4%. Ratp in Francia all’1,5%, grazie al contratto con lo Stato francese che gli assicura lavoro fino al 2039 a Parigi”. Insomma, i due hanno condizioni diverse di accesso al credito. E anche diverse condizioni di lavoro. “Loro hanno garantito il monopolio fino al 2039. Noi da 5 anni lavoriamo senza contratto, da 2 con l’imposizione dell’obbligo di servizio. Questa gara rischia di essere un suicidio e non una vittoria come sostiene la Regione”.

“Non ci risulta che esistano normative che impediscano ai competitori stranieri di partecipare alle gare europee, tenuto conto delle diverse condizioni di accesso al credito” fa sapere a ilfattoquotidiano.it l’assessore alla Mobilità della Regione Toscana Vincenzo Ceccarelli. Ma se Mobit perdesse in modo definitivo, la scomparsa di numerose aziende storiche dal territorio sarebbe un traguardo o una sconfitta per la Toscana? La gara, ribadisce Ceccarelli, non è stata fatta per tutelare o danneggiare una o l’altra ditta. “In questi anni – prosegue – la Regione ha visto diminuire di circa 100 milioni le risorse trasferite dallo Stato per il trasporto pubblico locale. Ciononostante ha fatto ricorso al proprio bilancio e non ha tagliato servizi. Abbiamo, però, preso atto che l’unico modo per garantire il trasporto pubblico su gomma, stabilizzare l’occupazione  e fornire un servizio di qualità più elevata, era quello di trovare un gestore unico che garantisse gli investimenti  e le azioni necessari al raggiungimento degli obiettivi. E’ evidente che quando si fa una gara c’è sempre qualcuno che vince e altri che perdono”.

Quanto alla tutela dei posti di lavoro, dice: “Il capitolato della gara è fatto in modo tale che chi vince non ha nessuna possibilità di licenziare i lavoratori che, se fosse Autolinee Toscane, acquisirebbe da Mobit. Gli unici strumenti utilizzabili per ridurre il personale dipendente sono il blocco del turn-over o i pensionamenti”. E i ritardi nei pagamenti, che piegano le aziende toscane? “Speriamo che un eventuale allentamento dei vincoli che ci sono imposti dalla finanziaria ci consenta di pagare con la massima tempestività, anche se in condizioni normali – riflette l’assessore – aziende un minimo strutturate, di fronte alla certezza dei pagamenti, non dovrebbero avere eccessive difficoltà nei rapporti con il sistema creditizio, rispetto alle necessarie anticipazioni”.

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