La Tesla è alla ricerca di nuovi ingegneri per sviluppare Autopilot, cioè il suo sistema di guida autonoma. È lo stesso numero uno Elon Muks a dichiararlo, con una sequela di post sul suo account Twitter dove definisce il reclutamento come una “super high priority” e specifica che non è fondamentale avere esperienza diretta con le automobili. Evidentemente non sono solo gli ingegneri “più scarsi”, come lui stesso li aveva definiti, ad andare via dalla Tesla per approdare alla Apple. La verità è che la sfida della guida autonoma è attualmente la più importante nel mercato auto globale; tutte le Case automobilistiche principali sono coinvolte – tedesche in testa, ma anche americane e giapponesi – e ognuna vuole bruciare le tappe, mostrando progressi prima delle altre. E, inoltre, trattandosi di una tecnologia piuttosto giovane, non esistono conoscenze condivise e componenti comuni già standardizzati. Per questo, è difficile trovare ingegneri preparati in maniera specifica e la battaglia per assumerli sale di livello.

Ma le preoccupazioni di Elon Musk sono rivolte anche al presente, visto che le sue elettriche saranno oggetto di un massiccio richiamo. A dover fare un salto in officina saranno tutte le Model S prodotte finora – circa 90.000 auto – perché per sistemare le cinture di sicurezza non è sufficiente un aggiornamento “Over the Air”, cioè con l’auto comodamente parcheggiata in garage e collegata via internet con Palo Alto. Il problema, nello specifico, è nei pretensionatori ed è emerso dopo che su una Model S europea un passeggero ha sperimentato un cedimento di tensione della cintura di sicurezza. Secondo la Tesla si tratterebbe semplicemente di un problema di assemblaggio e non di un difetto del componente, ma la decisione di richiamare tutte le auto è stata presa per mostrare che la Casa californiana tiene alla sicurezza e non vuole aspettare un intervento ufficiale dell’ente federale Nhtsa.

Nel timore che il maxi-richiamo nascondesse un problema più grosso, le azioni in borsa hanno “ballato” per un giorno intero prima di stabilizzarsi. Ad ogni modo, lo sviluppo dei piani di Musk prosegue a gonfie vele e, dopo l’inizio delle vendite della versione P90D da 132.000 dollari, da gennaio arriverannosul mercato anche le versioni base della Suv Tesla Model X (nella foto sotto), cioè le 90D e 70D. Quest’ultima – 350 chilometri di autonomia e 0-100 km/h in 6 secondi – costerà circa 5.000 dollari in più della Model S corrispondente, partendo da 70.000 dollari in configurazione 5 posti, ma considerando tutti gli accessori “obbligatori”, quella che realmente i clienti compreranno arriverà a sfiorare i 100.00 dollari.

Tesla Model X presentazione 29 settembre 2015

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