Il nome di Beppe Grillo (ma sarebbe più corretto dire il sito Beppegrillo.it) sparisce dal simbolo del Movimento 5 Stelle. Questo non era in discussione nel comunicato politico numero cinquantasei; quello su cui gli iscritti sono stati chiamati a decidere è altro: se si vuole un sito dentro al simbolo (www.movimento5stelle.it) oppure se dire addio a qualsiasi indirizzo web.

Ma la scomparsa del nome di Grillo dal simbolo, che effetto avrà sul M5S in termini di sondaggi e alle urne? Sarà penalizzato da questa scelta, oppure avrà un effetto benefico?

I simboli dei partiti sono molto liquidi, vengono cambiati in alcune parti più spesso di quanto avvenga ai loghi aziendali. Questo perché, insieme alla necessità di esser riconoscibili, devono soddisfare l’umore degli elettori che, soprattutto con un astensionismo così alto, è molto variabile.

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La comunicazione politica ci insegna alcune cose. Le modifiche dei simboli: nelle tonalità di colori, nel nome del leader – inserito o meno -, perfino il cambio del nome stesso del partito avvengono solitamente a seguito di precisi sondaggi.

Ma questo non è il caso del Movimento 5 Stelle. Non credo abbiano fatto sondaggi preventivi. L’unico sondaggio fatto è quello lanciato stamattina sul blog, ma riguarda un altro aspetto della questione come abbiamo detto. Il motivo, come illustrato nel comunicato, non è quello di attrarre più voti dunque, bensì di “non associarlo più a un nome, ma a tutte le persone che ne fanno parte.” Dato che è un movimento “adulto” e “si appresta a governare l’Italia.”

Tuttavia, anche se lo scopo non è quello di accaparrare più voti, il cambiamento di un simbolo ha comunque degli effetti. Quali? La comunicazione politica ci insegna due cose.

Uno. Di solito il nome del leader dentro al simbolo fa prendere più voti. Questo, chiaramente, se il leader gode di fiducia. Alle scorse Europee un sondaggio Ixè per Agorà rivelò che il Pd sarebbe salito di 2,6 punti con il nome di Renzi nel simbolo. Nonostante questo il premier rifiutò, già sotto il fuoco della minoranza dem che rabbrividiva al pensiero. All’opposto, in un momento negativo per un non ancora riabilitato Berlusconi, Forza Italia tolse il simbolo del leader per le Europee. In questo modo Berlusconi ha preso le distanze da una sconfitta annunciata.

Due. Il cambio di simbolo serve ad attrarre gli astensionisti. Quando l’astensione è alta e i dati dicono che si è raggiunto il proprio massimo come lista, bisogna mascherare in un certo senso la propria identità per permettere ai diffidenti di avvicinarsi. Se la propria identità è per esempio il simbolo della Padania (sparito nel nuovo simbolo di Salvini “Noi” e quasi assente ai suoi comizi), un nome o un simbolo, allora – una volta attratti tutti quelli che sono lì per quell’elemento – lo si può mettere in secondo piano e rivolgersi agli altri.

C’è molta attenzione dunque sulla presenza o meno del proprio nome nel simbolo, perché questo ha conseguenze. Nel caso del Movimento 5 Stelle saranno positive o negative?

Considerando che la fiducia in Grillo non è più costantemente la prima nel mondo 5 Stelle, a volte superata da quella in Di Maio, in costante ascesa fino al 25% con Grillo oggi al 22%, potremmo pensare che il M5S beneficerà dall’uscita del nome del cofondatore nel simbolo. Tuttavia, al suo posto non c’è il nome di Di Maio o di altri. Non si cambia leader, ma si rinuncia in generale alla figura del leader. Come accaduto col direttorio, dove per evitare di fare un leader si sono nominate cinque persone.

Quindi, da una parte il M5S acquisirà i voti di quelli che non sopportavano Grillo, dall’altro perderà alcuni di quelli che “hanno votato Grillo”, come dicono ancora oggi. Questo non avrà effetto sui fans di Di Maio o di altri eletti in particolare, che continueranno a votare il simbolo.

Un altro elemento di cui tener conto è che oggi il Movimento 5 Stelle è conosciuto da tutti e che grazie alla stampa e agli avversari il nome di Grillo è ben collegato ad esso: “grillini”, “fare accordi con Grillo”, “il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo” eccetera sono espressioni comuni, seppur sempre mal sopportate da Grillo e dal M5S.

Alla luce di questi elementi quindi credo che l’impatto della fuoriuscita del nome di Grillo da simbolo sarà pressoché nullo in termini elettorali. Se il M5S continuerà a crescere o meno dipenderà da fattori di tutt’altro tipo.

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