“Mi sento molto meglio, grazie a Dio. Penso che mi sia stata data di nuovo la vita e spero di tornare alla mia vita normale il prima possibile“. Queste le parole di Nathan Graff, l’ebreo accoltellato venerdì scorso in viale San Gimignano (zona sud ovest di Milano e densamente abitata da ebrei) intorno alle 20.10, intervistato per la prima volta nella sua stanza nel reparto di Chirurgia plastica dell’ospedale Niguarda. Dal letto Graff dice: “Non ho paura, mi sento solo un po’ debole, ma è andato tutto bene. Sono stato aggredito in quanto ebreo, ma non credo che Milano sia una città antisemita”. Dell’aggressione l’uomo ricorda che “qualcuno che si è avvicinato da dietro”, un uomo “magro, con cappello, occhiali e guanti. Avrebbe potuto colpire me, come chiunque altro fosse stato riconoscibile come ebreo”. Ora però Graff si sente “tranquillo”: “Anche se appartengo a una minoranza religiosa, e spero che queste cose non accadano più, né in Italia né nel resto del mondo, e che ognuno possa vivere la sua religione in pace”

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