“Prendiamo solo un po’ di precauzioni più del previsto. E comunque il doppio concerto di Bob Dylan non è mai stato in discussione”. Non ci sta a far passare le due date del 18 e 19 novembre come “blindate” Giorgio Zagnoni, flautista di fama e direttore artistico del Teatro Manzoni di Bologna. Al contrario di molti suoi colleghi come U2, Foo Fighters, Coldplay, Prince (solo per citare i più celebri), il cantautore statunitense continua infatti il suo tour e dopo l’Emilia toccherà con due date anche Milano. Ma dopo i fatti di Parigi, con la strage al teatro Bataclan, l’entourage dell’artista ha chiesto una protezione maggiore in occasione delle due date che hanno registrato il tutto esaurito da tempo.

“Per non sottovalutare mai nulla è stata fatta richiesta di avere alcune guardie armate. E noi l’abbiamo soddisfatta: parliamo soprattutto di sorveglianza nella zona dei camerini”, spiega Zagnoni contattato da ilfattoquotidiano.it. “Dopo Parigi è chiaro che lo staff che segue Dylan vuole essere un po’ più tutelato. In sala tra il pubblico – prosegue Zagnoni – è possibile anche che ci saranno alcune di queste guardie in incognito”. Si tratterà in pratica di una decina di ‘vigilantes‘ privati: gli stessi che ci sono, tanto per citare degli esempi, fuori dai supermercati o dalle banche.

Del resto per l’autore di Masters of war, Blowin’ in the wind, Like a rolling stone, Mr.Tambourine man, The times they are a changin’ già normalmente le misure di sicurezza sono alte. “Non ci sentiamo in guerra – precisa Zagnoni – e con un nome come Dylan le precauzioni andrebbero prese comunque. Non è un concerto come gli altri”. Su una cosa il direttore artistico del teatro bolognese vuole essere chiaro: “I due spettacoli non hanno mai rischiato di saltare in questi quattro giorni. E non abbiamo mai dovuto rincorrere l’artista per convincerlo a suonare”.

Insomma non ci sarebbe stato da parte del cantautore alcun tentennamento sull’opportunità di esibirsi. Ci sarebbe stata solo una richiesta da parte sua, o comunque del suo staff, di una maggiore sicurezza. “Io sono dell’avviso – conclude Zagnoni – che dal momento che l’artista si sente di salire sul palco, a maggior ragione dobbiamo ribellarci all’idea che ci si possa sentire condizionati. Mi rifiuto di rinchiudermi in casa per il terrore”.

Fuori dal teatro, che si trova in pieno centro storico a Bologna in un dedalo di vie molto strette, la sicurezza e l’ordine pubblico saranno sotto il controllo della Prefettura e della Questura. Non è chiaro se, nel dopo-Parigi, saranno prese misure di sicurezza aggiuntive rispetto a quelle che sarebbero state messe in campo in tempi ‘normali’. Per un concerto di un personaggio come Bob Dylan infatti, oltre al teorico allarme terrorismo, c’è sempre da considerare il più concreto e banale rischio che fan e curiosi privi di biglietto possano volere avvicinarsi o incrociare, per una una volta nella vita, il cantautore creando un po’ di scompiglio nella zona del teatro.

Peraltro Bologna in queste ore ospita un altro evento per il quale, dopo le due esplosioni di attentatori suicidi all’esterno dello Stade de France, c’è un’attenzione in più. Per l’amichevole di calcio tra Italia e Romania in programma martedì sera 17 novembre allo stadio Dall’Ara saranno infatti centinaia gli agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza impegnati in servizi di controllo all’esterno. Ma dagli 007 arrivano rassicurazioni: né il match di martedì sera, né in generale la città di Bologna sarebbero in modo particolare a rischio attentati da parte del fondamentalismo.

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