Vignetta Anarkikka No Pas

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Da qualche giorno su alcuni  canali televisivi privati vanno in onda due spot per raccogliere fondi sulla pas (sindrome di alienazione parentale) o forse sarebbe meglio dire ap (alienazione parentale) perché è questo il nuovo nome d’arte di una sindrome smascherata come inesistente patologia individuale e riesumata come patologia relazionale. La pas infatti non è mai stata inserita nel Dsm – 5, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali,  né nell’Icd, la Classificazione Internazionale dei Disturbi. Lo psichiatra Andrea Mazzeo Fazio mesi fa proprio su questo blog scriveva che pas o ap sono lo stesso concetto pseudoscientifico. O forse sarebbe più opportuno chiamarlo la Cosa perché proprio come la creatura aliena inventata dallo scrittore Campbell, si trasforma assumendo altre forme come tutto ciò che è privo di identità. L’assenza di scientificità della ap è stata spesso accompagnata dall’imbarazzante definizione di sapore medievale “sindrome di madre malevola” forse non a caso perché spesso di caccia alle streghe si tratta.

Gli spot Un’altra storia e Ancora un’altra storia sono stati promossi dall’associazione Doppia Difesa fondata dall’avvocata Giulia Bongiorno.  La presentazione degli spot è stata fatta il 30 ottobre scorso, in anteprima, durante il convegno Insieme contro la violenza alla Scuola di perfezionamento per le Forze di Polizia. L’obiettivo sarebbe quello di fare rete contro la violenza di genere ma D.i.Re donne in rete contro la violenza si è pronunciata contro questa iniziativa con una dura critica e ha chiesto l’intervento del Garante per l’infanzia: Doppia difesa avrà assistito donne che vogliono separarsi dal violento e non riescono a tenerlo lontano dalla loro vita perché ci sono i figli? Noi abbiamo esperienza di questo grazie alle migliaia di donne assistite in percorsi di separazione e i cui compagni, padri dei figli avuti in comune, non accettano la scelta della donna di allontanarsi da un uomo violento, controllante e limitante la loro libertà. E’ proprio in questo momento che viene messo in atto il ricatto sui figli, l’utilizzo strumentale dei bambini per continuare a dare disturbo alla madre, per controllarla e renderle la vita ancora un volta più penosa, colpendola negli affetti profondi, così cercando di ottenere da lei la sottomissione su aspetti personali ed economici della nuova organizzazione di vita da separata.

Intanto il Ministero degli Interni avvalla l’iniziativa di Doppia Difesa su una patologia priva di fondamento scientifico nonostante il Ministero della Giustizia tempo fa, rispondendo ad interrogazioni e interpellanze, affermò che la pas non poteva essere utilizzata nei Tribunali. Il Ministero della Sanità, a seguito dell’interpellanza parlamentare n. 2-01706 del 16 ottobre 2012, seduta n.704, aveva chiarito che “Sebbene la Pas sia stata denominata arbitrariamente dai suoi proponenti con il termine disturbo, l’Istituto superiore di sanità non ritiene che tale costrutto abbia né sufficiente sostegno empirico da dati di ricerca, né rilevanza clinica tali da poter essere considerata una patologia e, dunque, essere inclusa tra i disturbi mentali nei manuali diagnostici”. La Corte di Cassazione stessa nel 2013 è ritornata sulla questione precisando che la pas non gode di nessuna validità scientifica e pertanto “nei giudizi in cui sia stata esperita c.t.u. medico-psichiatrica il giudice di merito è tenuto a verificare il fondamento, sul piano scientifico, di una consulenza che presenti devianze dalla scienza medica ufficiale e che risulti, sullo stesso piano della validità scientifica, oggetto di plurime critiche e perplessità da parte del mondo accademico internazionale, dovendosi escludere la possibilità, in ambito giudiziario, di adottare soluzioni prive del necessario conforto scientifico e potenzialmente produttive di danni ancor più gravi di quelli che intendono scongiurare.” (Cass. Pen. n. 7041 del 20/03/2013).

Anche il Comitato Cedaw (Onu) nel 2011 ha invitato le autorità italiane ad arginare l’utilizzo nei tribunali di riferimenti alla “discutibile teoria della Pas” per limitare la genitorialità materna (Comitato Cedaw, 2011, paragrafo 51).

D.i.Re si domanda se il Ministero degli Interni abbia dunque il potere e l’arbitrio di contraddire e mettere in ridicolo gli altri dicasteri, la magistratura, la comunità scientifica tutta? L’articolo 31 della Convenzione di Istanbul, ratificata dallo Stato italiano con la Legge 77 del 2013, afferma che nella scelta in ordine alla custodia dei figli il giudice deve tener conto degli episodi di violenza accaduti in famiglia e della sicurezza di chi tale violenza l’ha subita. Una prassi  che nei nostri tribunali non è affatto scontata. Avvengono infatti situazioni paradossali in cui uomini colpiti da ordini di allontanamento per maltrattamenti ottengano l’affido condiviso senza che sia intervenuto alcun mutamento nei confronti della ex moglie che continuano a vessare. Una schizofrenia nella rete contro la violenza familiare che continua anche rispetto alla  tutela dei minori. Da una parte si parla della gravità delle conseguenze della violenza assistita e dall’altra si vorrebbe invece tirare in gioco il sospetto di  pas o ap ogniqualvolta un bambino rifiuti un genitore facendo tabula rasa di situazioni pregresse di violenza o senza preoccuparsi di approfondire  se ci sono stati maltrattamenti. E via con le costose ctu e ctp volte ad accertare l’alienazione parentale, una  patologia che esiste solo nei tribunali.

In Italia ci sono state situazioni gravissime. Uomini già denunciati per maltrattamenti hanno ucciso i loro figli per ritorsioni contro la ex. Vi ricordo ancora le due più tragiche storie accadute negli ultimi anni, quelle di Federico Barakat che rifiutava ostinatamente il padre perché ne aveva paura e non perché avesse subito alienazione parentale e quella dei fratelli Davide e Andrea Iacovone. Questi tre bambini sono stati uccisi dai loro padri dopo anni di minacce e stalking. Sia Erica Patti, madre di Davide e Andrea, che Antonella Penati, mamma di Federico, vennero considerate esagerate e animate dalla voglia di danneggiare la figura paterna. La martellante propaganda sulle “madri malevole” e sulle false accuse delle donne, ha dato i suoi frutti avvelenati ed ha sollecitato le peggiori superstizioni sessiste fino rendere le istituzioni cieche rispetto alla verità più evidente, quella di due madri vittime di violenza e desiderose di proteggere i loro figli.

Lo scorso ottobre l’Onu ha richiamato l’Italia in tema di violenza contro le donne per la mancanza di un’applicazione effettiva delle misure a loro tutela. I centri anti-violenza e le associazioni per la difesa dei diritti delle donne affermano da anni che concetti quali pas o ap oltre a non essere riconosciuti scientificamente vanno ad ostacolare le misure a tutela delle donne vittime di violenza ma si insiste a volerli tenere in vita. E a qualunque costo. Cui prodest?

Twitter: @nadiesdaa

(Per chi volesse approfondire nel post di Giorgio Santelli su Articolo 21 ci sono dei link a documenti del Governo Italiano, del Ministero Italiano della Salute, degli assessori alla Sanità dell’Emilia Romagna e della Toscana, dell’Associazione spagnola di psichiatria, dell’Associazione psichiatrica americana e di quella degli psicologi americani, della società italiana di psichiatria e dell’Istituto di ricerca dei procuratori americani. Tutti ricusano la teoria dell’alienazione genitoriale)

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