Cercasi insegnate di sostegno che conosca il Braille. A lanciare l’appello è l’ufficio scolastico regionale della Calabria, intrappolato dalla norma ma deciso a trovare un docente che conosca il sistema di lettura e scrittura dei non vedenti per una ragazzina tredicenne cieca di Vibo Valentia.

A smuovere le acque è stato il padre di questa bambina che da otto anni è priva di un sostegno adeguato e nei giorni scorsi ha denunciato pubblicamente il caso all’agenzia di stampa Agi raccontando la sua storia: nonostante due sentenze del Tar abbiano imposto al ministero dell’Istruzione di assegnare un professore esperto in Braille, ancora non si è trovata una soluzione.

Un caso a cui ora il dirigente dell’ufficio scolastico regionale della Calabria, Diego Bouché, è intenzionato a risolvere: “Faremo un bando nazionale per individuare questa figura per la tredicenne di Vibo Valentia ma va detto che non è previsto dalla norma che ci sia l’assegnazione di un docente in base alla disabilità. La Legge prevede che il docente di sostegno debba avere il titolo di specializzazione polivalente. I professori in graduatoria non hanno l’obbligo di avere competenze tipo la conoscenza del Braille. Se il docente di sostegno assegnato conosce il Braille è una casualità”.

Di fronte alla sentenza del Tribunale amministrativo regionale il ministero intende muoversi nel rispetto della decisione del giudice ma trovare un insegnante di sostegno che sappia il Braille non sembra cosa facile: “Abbiamo già fatto – spiega Bouché – un bando a carattere regionale ma è andato deserto. Ho dato disposizione al dirigente dell’istituto comprensivo in questione di allargare a livello nazionale la ricerca. Ottempereremo alla sentenza senza tener conto della graduatoria”.

Intanto specifica il direttore, “l’alunna per quest’anno ha un assistente alla persona (pagato dall’ente locale) che conosce il linguaggio dei non vedenti per venticinque ore su trenta di lezione”. Una soluzione che al padre della ragazza non basta: vuole che la sentenza del Tar sia applicata. La battaglia di questa famiglia è iniziata quando la ragazzina era in prima media. Gli enti locali in questi anni scolastici si sono rimbalzati la responsabilità per la traduzione in Braille dei libri di testo prima che il Tar obbligasse la Regione a fornire il materiale necessario.

Una via crucis quotidiana che non ha penalizzato l’eccellente rendimento scolastico della ragazzina ma ha reso difficoltoso il cammino della famiglia e della scuola dove ha comunque trovato insegnanti disponibili. Sulla vicenda è intervenuta anche la deputata del M5s Dalila Nesci che ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini che sta seguendo la vicenda.

Un caso che rimette al centro il tema della formazione degli insegnanti di sostegno e il loro ruolo: “Il compito – spiega Bouché – di questi docenti è quello di integrare l’alunno alla classe, il professore di sostegno è il mediatore culturale tra il disabile e gli altri compagni. Se c’è una disabilità sensoriale devono intervenire altre figure ovvero gli assistenti alla persona nominati dall’ente locale”.

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