Gli scheletri di Seat Pagine Gialle iniziano a uscire dall’armadio anche se è passato più di un decennio dai fatti. Martedì 10 novembre undici componenti dell’ex consiglio di amministrazione di Seat Pagine Gialle e tre del collegio sindacale, in carica tra il 2003 e il 2004, sono stati raggiunti da misure cautelari interdittive eseguite dalla guardia di finanza su disposizione della Procura di Torino nell’ambito di un’inchiesta per bancarotta fraudolenta che gli indagati avrebbero commesso in concorso tra loro.

Gli undici ex amministratori, alcuni dei quali rimasti in carica anche fino al 2012, e i tre sindaci di Seat Pagine Gialle, non potranno esercitare per 12 mesi attività imprenditoriali, professionali e uffici direttivi di persone giuridiche e delle imprese in quanto ritenuti responsabili del dissesto finanziario dello storico gruppo torinese in relazione alle operazioni straordinarie effettuate tra il 2003 e il 2004 e alla distribuzione di un maxi dividendo di oltre 3,6 miliardi di euro. Gli indagati interdetti sono i componenti del cda di Seat del 2003 e cioè Enrico Giliberti (presidente); Luca Majocchi (amministratore delegato); Dario Cossutta (figlio dell’ex leader comunista Armando); Luigi Lanari; Michele Marini; Nicola Volpi (oggi consigliere dell’Inter in rappresentanza di Erick Thohir); Lino Benassi (uomo di fiducia di altri azionisti celebri di Seat, i Boroli-Drago, nonché ex banchiere e manager di lungo corso in importanti compagnie assicurative del panorama nazionale); l’economista già consigliere di Mediobanca, Fonsai e Parmalat Marco Reboa; Hardy Mclain; Stefano Mazzotti; Guido Paolo Gamucci e Alberto Tazartes, fondatore insieme a Cossutta di Investitori Associati. Gli ex sindaci sono invece Enrico Cervellera, Vincenzo Ciruzzi e Andrea Vasapolli.

L’inchiesta in corso da due anni è stata coordinata dal procuratore aggiunto Vittorio Nessi e dal sostituto procuratore Valerio Longi, della procura di Torino. La ricostruzione operata dalle Fiamme Gialle nelle indagini preliminari ha portato a ritenere che il dividendo straordinario distribuito agli azionisti nel 2004 – generato da un pesante indebitamento – fosse mosso da “logiche di puro profitto dei soci di riferimento, contrario agli interessi della società, in quanto non finalizzato ad un miglioramento della struttura patrimoniale e/o finanziaria della stessa e a danno anche del ceto creditorio”. Il tutto nell’ambito di una complessa sequenza di operazioni straordinarie che ha portato alcuni fondi lussemburghesi di private equity – attraverso un’articolata catena societaria – ad acquisire nel 2003 il pieno controllo di di Seat Pagine Gialle.

In particolare, nella seconda metà del 2003, la Silver Spa (veicolo societario controllato totalmente da Spyglass Spa, i cui soci di riferimento – attraverso una catena di società lussemburghesi – erano alcuni fondi private equity) ha acquisito il controllo di Seat per 3,1 miliardi di euro, 2,2 dei quali frutto di indebitamento. Successivamente all’operazione la società acquisita è stata fusa nell’acquirente e poi nella controllante dell’acquirente. Poi c’è stata la distribuzione della maxi cedola finanziata attraverso il ricorso a linee di credito. A tal proposito il 26 marzo del 2004 il consiglio di amministrazione faceva sapere di aver “esaminato la proposta di distribuzione di un dividendo straordinario
fatta dal socio Sub Silver il 10 marzo 2004” e di aver espresso “un giudizio positivo, sotto un profilo economico, patrimoniale e finanziario circa la capacità di Seat Pg di far fronte all’indebitamento conseguente alla distribuzione del dividendo straordinario”.

Nella sua valutazione il cda era confortato dalle “positive conclusioni espresse dall’advisor finanziario Lehman Brothers, alla luce delle prospettive di consistente generazione di cassa del Gruppo Seat PG, confortate dagli elevati livelli di redditività operativa e della posizione di leadership a livello europeo nei segmenti delle Directories e Directory Assistance”. L’operazione era poi stata sottoposta e approvata dagli azionisti il 15 aprile 2004. Il giorno prima Sub Silver S.A. aveva venduto a Lehman Brothers il 12,38% di Seat Pagine Gialle. Negli anni successivi la storica azienda torinese non è però riuscita a sostenere il peso dell’indebitamento e nel 2013 è finita in concordato preventivo. E così all’inizio del 2014 la nuovo gestione di Seat ha promosso un’azione di responsabilità nei confronti degli ex vertici che, in merito alla distribuzione del dividendo, chiamava in causa Giliberti, Majocchi, Benassi, Volpi, Cossutta, Lanari e Marini. L’azione è stata approvata dagli azionisti il 4 marzo 2014 e si è conclusa nel gennaio del 2015 con una transazione da 30 milioni di euro.

Con sentenza emessa il 4 marzo 2016 la Corte di Cassazione, annullando senza rinvio il provvedimento impugnato, ha disposto la cessazione della misura cautelare applicata nei confronti del dott. Nicola Volpi

Aggiornamento
Il Tribunale penale di Torino il 18 giugno 2020 ha assolto Luca Majocchi dal reato contestatogli perché il fatto non sussiste.

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