Gli inquirenti erano convinti che fosse evaso approfittando di un permesso di uscita per il lavoro. Di lui si erano infatti perse le tracce dalla 21 di venerdì scorso quando non ha fatto rientro in cella nel carcere Due Palazzi di Padova dove era detenuto per due tentati omicidi. Soltanto oggi si è scoperto che Antonio Floris, 61 anni di origini sarde, non è evaso, ma morto. Ucciso con due colpi di spranga o di bastone alla testa.

Il suo cadavere è stato trovato non lontano dalla cooperativa per la riabilitazione dei carcerati in cui lavorava, che ha sede all’oasi dei Padri Mercedari. A scoprirlo sono stati alcuni agenti della polizia, che da venerdì pattugliavano la zona in cerca del detenuto. Chi lo ha ucciso ha tentato di nascondere il corpo di Floris sotto una catasta di legna.

Al momento mancherebbe il solo riscontro medico, ma gli investigatori non hanno dubbi sul fatto che il cadavere sia proprio di Floris. Al momento, la squadra mobile non esclude nessuna pista. Nelle prossime ore tutte le persone che svolgono attività legate alla cooperativa potrebbero essere ascoltate per cercare di ricostruire cosa sia successo.

Floris era considerato un detenuto modello ed era capace di recitare a memoria la Divina Commedia, scrive il Mattino. Non solo. Il 61enne era anche famoso perché nel ’96 ha riempito quattro quaderni per descrivere la sua latitanza utilizzando un codice cifrato. Per decifrare cosa ci fosse scritto, venne ingaggiato un glottologo dell’università di Cagliari.

 

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