Basta con i complicati calcoli della superficie catastale: nelle visure catastali fanno il loro debutto i metri quadri. L’Agenzia delle Entrate ha infatti reso disponibile il “documento di riconoscimento” di 57 milioni di immobili censiti nelle categorie nei gruppi A (abitazioni e uffici), B (uffici pubblici, ospedali, scuole e così via) e C (box auto, cantine, laboratori, magazzini e negozi) delle unità urbane a destinazione ordinaria corredate da planimetria. Così, tutti i proprietari di casa possono controllare con pochi click (basta accedere al servizio Entratel – Fisconline) il dato relativo ai metri quadri della superficie del proprio immobile, oltre che quello sui vani. Informazioni che fino ad oggi erano, invece, visibili solo per i professionisti.

In sede di compravendita, quindi, i possibili acquirenti non saranno più costretti a chiedere se i metri quadrati sono reali o commerciali: il dato fornito coinciderà con la superficie reale dell’immobile. E la speranza dell’Agenzia è che anche i prezzi siano destinati a essere più trasparenti visto che si dovranno necessariamente basare su un dato veritiero verificabile comodamente in anticipo, e non su una superficie indicata solo in funzione della vendita.

Non si tratta però di una rivoluzione, visto che la tanto attesa riforma del catasto è rimasta ferma sul tavolo di Palazzo Chigi. E il direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi non perde occasione di ricordare che è il legislatore ad aver deciso di accantonare il passaggio dai vani catastali ai metri quadrati, mentre per la sua struttura sarebbe già possibile applicare la variazione. La metratura online, quindi, è più che altro una semplificazione amministrativa, che arriva grazie al lavoro fatto dall’Agenzia con lo sviluppo informatico e l’incrocio tra i dati catastali e quelli dei Comuni.

Effetti concreti per la Tari – Il primo effetto concreto di questa novità si avrà il 30 novembre, quando in moltissimi Comuni ci sarà la scadenza della Tari, la tassa sui rifiuti, che (diversamente da Imu e Tasi che vanno pagate entro il 16 giugno e il 16 dicembre) non ha scadenze fisse a livello nazionale. E’ infatti l’unico tributo che attualmente si paga partendo dai metri quadrati. Ma, detto che nel caso delle abitazioni la superficie non comprende balconi, terrazzi e altre “aree scoperte pertinenziali e accessorie” (come previsto dalla legge di Stabilità per il 2014), meglio anche sottolineare che il bollettino della Tari arriva nelle case degli italiani già precompilato dai Comuni. Così, se fino ad oggi era il contribuente ad autocertificare la superficie dell’immobile, ora sarà l’amministrazione comunale a verificare facilmente la coerenza di quanto dichiarato e quanto appare in catasto. Mentre per l’Imu, la Tasi e le imposte di registro sulle compravendite (acquisto e successione) non ci saranno modifiche fino a quando non verrà superato l’attuale sistema degli estimi varando la riforma del catasto. E l’Agenzia sarà, quindi, in grado di ricalcolare le rendite catastali in metri quadrati, prescindendo dai vani. Eliminando così una delle più evidenti ingiustizie sociali italiane: far pagare troppo ad alcuni, cioè gli italiani che hanno acquistato casa in zone periferiche e, quindi, con rendite più alte che equivalgono a tasse più elevate, e troppo poco ad altri, soprattutto se questi ultimi possiedono degli immobili di pregio ubicati nei centri storici.

Dalla teoria alla pratica – Per ottenere una visura aggiornata con i metri quadri per il proprio immobile è possibile utilizzare direttamente i servizi on line delle Entrate. Chi è in possesso del pin, lo stesso che è stato richiesto per il 730 precompilato, può accedere gratuitamente tramite la propria area riservata ai ‘Servizi ipotecari e catastali’ e quindi alle ‘Consultazioni personali’ e da qui alla ‘Visura catastale’.

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