Al Qaeda ha inviato un emissario in Siria con l’obiettivo di incontrare i vertici dello Stato Islamico e formare una coalizione tra le forze terroristiche sunnite in funzione anti-Assad e anti-Occidente. Secondo quanto riferisce il Site, società americana che monitora le informazioni diffuse dalle organizzazioni terroristiche jihadiste, Saif al-Adel, uno dei più influenti membri del movimento fondato da Osama bin Laden, si troverebbe già nel Paese per incontrare gli uomini dell’autoproclamato califfo, Abu Bakr al-Baghdadi. Obiettivo finale è quello di mettere le basi per la creazione di un fronte unito sunnita, come chiesto giorni fa dal capo di al Qaeda, Ayman al-Zawahiri, per combattere il regime e gli “invasori” in Siria. La Russia, intanto, aumenta le proprie capacità belliche, inviando nel Paese missili antiaerei per far fronte a possibili “casi di forza maggiore”.

Al-Zawahiri: “Non ammazziamoci tra noi”
“Dobbiamo unirci, accantonare le dispute e cessare i combattimenti tra mujaheddin”, ha dichiarato al-Zawahiri, pochi giorni fa, in un audio messaggio di sedici minuti diffuso sui siti e i profili social a sostegno di Al Qaeda. Con queste parole, il medico egiziano ha deciso così di tendere la mano ai gruppi estremisti sunniti sparsi per il mondo, dal Medio Oriente al Caucaso, fino al Maghreb, ai Paesi asiatici e all’Africa Centrale, ricordando quali sono, a suo dire, i veri nemici da combattere: “Gli statunitensi, i russi, gli iraniani, gli alawiti e Hezbollah stanno lanciando la loro guerra contro di noi – ha continuato – non siamo capaci di cessare di lottare tra di noi per poter convogliare tutti i nostri sforzi contro di loro? Il fronte dello Sham (la “Grande Siria”, ndr) è un punto chiave per liberare la Palestina”.

E tra i vari gruppi ai quali il leader dei terroristi fa riferimento c’è anche, e soprattutto, lo Stato Islamico dello stesso al-Baghdadi che al-Zawahiri, in un ben più timido tentativo di avvicinamento, a settembre, definì “un impostore” che ha dato vita a un Califfato che è “un grande errore”. L’invio di al-Adel per cercare di aprire una fase di dialogo e collaborazione militare segna la momentanea resa del dottore egiziano di fronte alla supremazia del Califfato nello scenario dei gruppi terroristici mondiali. La proposta di al-Zawahiri, quindi, non ha solo motivazioni militari: mettere il proprio nome al fianco di quello dello Stato Islamico, in una guerra aperta contro il regime di Bashar al-Assad e le due coalizioni anti-Isis, restituirebbe momentaneo splendore ad al-Qaeda che, oggi, sta conoscendo una costante perdita di consensi in favore degli uomini di al-Baghdadi.

Russia invia missili antiaerei in Siria
Intanto, la Russia ha inviato in Siria missili antiaerei a protezione dei propri caccia che stanno portando avanti i bombardamenti contro le postazioni dei ribelli anti-regime. A comunicarlo è stato, nel corso di un’intervista al tabloid russo Komsomolskaya Pravda, proprio il generale Viktor Bondarev, comandante dell’aviazione militare russa. “Abbiamo calcolato le possibili minacce – ha spiegato – abbiamo fornito non solo caccia, aerei d’attacco, bombardieri ed elicotteri, ma anche sistemi missilistici antiaerei perché ci possono essere diversi casi di forza maggiore”.

Quali siano, però, questi “casi di forza maggiore” non è stato spiegato nel corso dell’intervista. L’obiettivo, come ha specificato il militare, è quello di proteggere gli aerei di Mosca che sfrecciano nei cieli della Siria, ma resta da capire quale potrebbe essere il gruppo in grado di attaccarli, visto che le uniche aviazioni in campo, oltre a quella del Cremlino, appartengono al regime siriano, alleato di Vladimir Putin, e alla coalizione occidentale a guida statunitense.

Twitter: @GianniRosini

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