In Francia la ripresa dell’economia resta troppo modesta, anche rispetto all’Italia. E l’ansia delle famiglie al riguardo aumente. Ma i francesi continuano imperterriti a fare figli: il tasso di fecondità resta il più alto d’Europa, in media quasi due nati per donna. È una caratteristica che ha accompagnato il Paese durante tutti gli anni della crisi economica in Europa.

È quanto indica un rapporto appena pubblicato dall’Insee, il Censis d’Oltralpe, che ha tracciato un vero e proprio ritratto sociale della Francia, sottolineando che “è il solo paese d’Europa ad avere un tasso di fecondità elevato e stabile dal 2006”. Gli ultimi dati comparabili a livello del Vecchio continente risalgono al 2013, quando la Francia si è attestata al primo posto con 1,99 figli in media per donna, seguita da Irlanda (1,96) e Svezia (1,89). Italia e Germania si sono fermate a quota 1,39. Ma i Paesi dove il tasso è sceso davvero sensibilmente (e in misura più rapida che nel nostro paese dopo la crisi del 2008) sono la Spagna (1,27), il Portogallo (1,21) e la Grecia (1,30).

A dire il vero stamani il quotidiano Le Parisien ha rielaborato gli ultimi dati (ancora provvisori) dell’Insee e ha scoperto che nei primi nove mesi del 2015 il numero di nascite in Francia è stato di 569mila, il 2,75% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Ma dall’organismo pubblico di statistiche hanno messo subito le mani avanti, sottolineando che “sono solo dati parziali” e soprattutto che “si tratta di una riduzione molto più bassa di quella registrata nel frattempo in certi paesi del Sud, come la Grecia, la Spagna e il Portogallo”. Se anche il trend fosse confermato, la Francia rimarrebbe ai massimi in Europa per la fecondità.

La propensione a riprodursi contrasta con un atteggiamento globalmente pessimistico sul fronte dell’economia da parte del francese medio. Sei famiglie su dieci dicono di “sentirsi a disagio dal punto di vista finanziario”. Per il 18% dei nuclei le cose vanno anche peggio: non riescono ad arrivare alla fine del mese. Perché, allora, continuare a fare figli? L’Insee cita la politica francese a favore della famiglia. Ovvero i contributi per chi fa figli (soprattutto una politica fiscale che favorisce enormemente chi ne ha e chi soprattutto ne ha più di due), anche se poi trovare un posto in un asilo nido pubblico a Parigi resta molto difficile, al pari di altre capitali europee. Secondo l’Insee anche la tendenza dei giovani a lasciare prima la famiglia d’origine rispetto ai paesi dell’Europa meridionale ha una sua influenza in questo senso, compresa la disponibilità sul piano giuridico di uno strumento come i Pacs, le unioni civili, più facili da comporre e terminare rispetto ai matrimoni.

Dal rapporto dell’Insee giungono anche altri dati interessanti e tutto sommato sorprendenti. Alle prese con un deficit pubblico troppo elevato (più alto di quello italiano), nel 2014 i francesi nel loro complesso hanno visto aumentare di 5,4 miliardi di euro il fardello di tasse e di contributi per la pensione, in media 220 euro in più per ogni famiglia. Ma la distribuzione è stata fatta dal governo del socialista Manuel Valls in modo tale da penalizzare solo il 50% più ricco della popolazione mentre nell’altra metà il 10% dei più poveri ha visto addirittura migliorare il proprio livello di reddito (grazie a un taglio di imposte) e il 40% restante ha registrato una stabilizzazione. Alla fine le ineguaglianze sociali in Francia si sono ridotte, in controtendenza rispetto al resto dell’Europa.

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