I parroci dei “quartieri a rischio” di Napoli si sono riuniti al Duomo per celebrare una messa in memoria delle vittime innocenti della criminalità organizzata. Nella cattedrale partenopea i sacerdoti hanno anche annunciato una manifestazione in piazza Dante per il 5 dicembre. “Non tolleriamo più la violenza nelle nostre strade – spiega don Vincenzo Liardo parroco della chiesa di San Giovanni a Teduccio – Bisogna difendere questa città”. I parenti delle vittime seduti nelle prime file raccontano la loro storia e intanto chiedono un intervento più deciso del governo ma anche dei cittadini. “Non possiamo stare sempre noi in prima fila nella lotta alla camorra – dice Giovanni Durante, padre di Annalisa, uccisa il 27 marzo 2004 all’età di 14 anni in una sparatoria a Forcella – sono altre le persone che possono cambiare questa città”. Per l’assessore alle Politiche giovanili del Comune di Napoli Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo, uccisa da un proiettile vagante nel 1997, è necessario rompere la pellicola dell’indifferenza di coloro che non hanno subito in prima persona la violenza della criminalità. “Napoli – conclude la Clemente – Ha il diritto di essere la città dove i giovani sono liberi dalla camorra”  di Fabio Capasso

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