Lo corteggiano tutti perché si candidi a sindaco ma lui proprio non ci sta, perché Milano è troppo piccola e qualcuno maligna, aggiungendo, “per il suo ego”. Fatto sta che Paolo Del Debbio, popolare conduttore Mediaset, a giorni alterni viene dato dai suoi stessi collaboratori di studio “in uscita”. Per andare dove? Per fare il frontman del centrodestra? Per arrivare a Palazzo Chigi, come era sembrato da diversi retroscena mai smentiti? Su QN oggi il giornalista-professore lucchese, trapiantato in tv direttamente da Berlusconi, sparge un po’ di sale sulla questione, non negando nulla (per se stesso) e affermando molto (per gli altri). Rilancia la Meloni per Roma, non solo.

“Per ricostruire Fi ci vuole un programma e un leader”, dice nell’intervista. “Bisogna capire se Berlusconi resta o ci mette un altro”. E poi spiega che oggi il cavaliere “non basta più. Ma lo sa anche lui”. E dove trovare il degno sostituto? E qui sembra quasi che Del Debbio si tenga tra i denti la parola “primarie” che appartiene al dna e al rito di centrosinistra, perciò avversato dal leader di FI. “Se li tieni sotto l’ala i delfini non emergeranno mai. Non si vede il leader se non lo metti alla prova: si comincia con i congressi e si procede così. Alla fine uno viene fuori. Non sarà il massimo, ma meglio del pantano attuale”.

Tra le altre cose giura che “Draghi sarebbe un premier formidabile”. Sì, il professore lanciato sul palco del populismo catodico dice di vederlo perfettamente nei panni del leader. Una boutade, sicuramente, visto che due righe sotto si premura di precisare che “non accetterebbe, ma è uno che nei consessi internazionali si è fatto valere. Alla Banca centrale ha tenuto testa ai tedeschi. Non era proprio facile. Saprebbe fare gli interessi degli italiani in sede internazionale”. E’ anche un nome buono, dunque, per non rispondere alla domanda dalle cento pistole circa il suo prossimo futuro (i programmi che conduce, del resto, vanno a gonfie vele e sono ben lontani dal fine stagione). Lo spunto è però buono anche per ricollocarsi, senza “bruciarsi”. E allora, c’è poca Milano nelle sue parole. Anzi non c’è proprio. Ma c’è tutto il resto di un centrodestra nazionale alla disperata ricerca di un “conduttore”, nel senso della guida.

A domanda secca (“ci vai a Palazzo Chigi?”) segue risposta diretta quanto elusiva: “Non sono l’anti-Renzi. Io la politica non la faccio. Sono un giornalista”. Del Debbio parla poi del candidato del centrodestra per Roma: “Se vuoi fare una cosa di centrodestra, devi puntare sulla Meloni. Se pensi solo a vincere, qualunque persona credibile va bene: Marchini, Marcucci, Marchetti, Marconi…”. La Meloni può arrivare al ballottaggio con i Cinquestelle? “La conosco bene. È una persona che può vincere. A Roma porta a casa la vittoria chi saprà parlare bene alle periferie, perché la maggior parte dei parte dei romani abita lì, e avrà un progetto convincente. Lei ce la può fare”.

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