Quarantaquattro euro di pranzi e cene in un anno. Il record è di Marco Doria, sindaco di Genova. Ha speso meno in dodici mesi di quanto abbia addebitato alla Provincia di Firenze Matteo Renzi per una sola bottiglia di vino. I resoconti presentati dai collaboratori di Doria al Fatto Quotidiano sembrano confermare la leggendaria parsimonia dei genovesi. E la carte di credito che altri sindaci usano con una certa facilità? “Zero euro spesi. È chiusa in cassaforte”, giurano in Comune.

In quasi quattro anni di mandato appena una manciata di viaggi all’estero: Nizza (a duecento chilometri da Genova), Cannes (come sopra), poi Marsiglia, Barcellona. Unico viaggio oltre i mille chilometri quello a Hebron per un convegno. Costo complessivo 1.122,8 euro, anticipati dal sindaco. Per il resto sono quasi solamente viaggi tra Genova e Roma (con Alitalia o compagnie low cost), per incontri ai ministeri e all’Anci. Ma anche qui con qualche sorpresa: nel 2012 cinque viaggi, nel 2013 sette. Nel 2014 sedici volte avanti e indietro Genova-Roma.

Il record, si fa per dire, nel 2015: 19 trasferte. In quattro anni di mandato, il primo cittadino di Genova ha speso 10.469 euro per viaggi a Roma. Un settimo di quanto avrebbe speso Renzi da presidente della Provincia di Firenze soltanto per i viaggi negli Stati Uniti. Ma sono, appunto, le spese per il vitto che colpiscono di più: in una cinquantina di trasferte per quattro anni di mandato non si superano i 186,85 euro. Roba da morire di fame. Possibile? “Ormai in municipio a Genova sono diventati leggendari i crackers di Doria”. Cioè? “Non mangia altro”. Gli alberghi per le notti romane? “Zero. Il sindaco ha sempre fatto ritorno in giornata. Ha dormito fuori solo una notte, ma ha pagato lui”. E, appunto, zero carta di credito. “Niente Visa, siamo genovesi”.

Da il fatto quotidiano di mercoledì 28 ottobre 2015

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