“All’inizio della mia carriera facevo soprattutto commedie perché volevo far ridere la gente” ha raccontato il regista francese Patrice Leconte che dal 29 ottobre sarà nelle sale italiane con il film Tutti Pazzi in Casa Mia. Adattamento cinematografico della pièce teatrale Une heure de tranquillitè scritta dal giovane Florian Zeller, il film segue la scia del successo di Quasi Amici e il recente Non Sposate le Mie Figlie, portando sullo schermo una commedia corale divertente e brillante. “Le commedie spesso hanno una forte connotazione nazionale, ma alcune commedie francesi hanno successo anche in Italia, Spagna e altrove… forse perché trattano argomenti più universali” ha sottolineato il regista che nel corso della sua carriera ha cambiato spesso genere. Basti ricordare Una Promessa, Il Mio Migliore Amico o il film d’animazione La bottega dei Suicidi.

Christian Clavier interpreta Michel Leproux, un dentista egocentrico appassionato di musica jazz che un sabato al mercato delle pulci ritrova un vinile molto raro, il primo del suo artista preferito di sempre. Non desidera altro che tornare a casa ed ascoltare il brano Me, Myself and I seduto sulla sua comoda poltrona, ma stare da solo si rivela una missione impossibile anche solo per pochi minuti. La moglie Nathalie interpretata da Carol Bouquet, gli confessa un vecchio tradimento con il suo migliore amico, il figlio depresso gli porta dentro casa una famiglia di cinesi, l’amante (Valérie Bonneton) lo costringe a fare delle scelte riguardo al futuro della loro relazione, un operaio causa ingenti danni alla casa, e i vicini organizzano una festa che non fa altro che peggiorare la situazione generale. “Questo film mi sembrava un’occasione per parlare delle nostre vite turbinose, troppo veloci per noi e per tornare alla commedia pura oltre a ritrovare Christian Clavier che amo molto, ma con il quale non ho mai lavorato da solo” ha aggiunto Leconte che, infatti, ha optato per un montaggio molto serrato che mantiene il ritmo della storia dinamico e coinvolgente. La sceneggiatura dal tono leggero gioca molto sull’inganno e la bugia, che contribuiscono a creare una serie di equivoci esilaranti. Rispetto alla piéce teatrale interpretata da Fabrice Luchini, il film può contare su un protagonista ironico ed empatico che, nonostante la natura negativa ed egoista del personaggio, riesce ad instaurare un legame con lo spettatore grazie all’interpretazione di Clavier che abbiamo già apprezzato in Non Sposate le Mie Figlie di Philippe De Chauveron. “Faccio io stesso le inquadrature dei miei film e questo l’ho girato come fosse un reportage, con la macchina in spalla e un montaggio molto veloce” ha precisato Leconte.

Si avverte una certa intimità tra il regista e gli attori in grado di dare vita a personaggi intriganti e simpatici, immersi in una storia che procede senza sosta fino alla scena finale che conserva tuttavia una certa malinconia. “Sono molto calato nella realtà e forse per questo sono pessimista, perchè non sempre mi piace quello che vedo intorno a me” ha dichiarato Patrice Leconte ricordando un libro del 2009 che lo definiva un “pessimista sorridente” per la sua capacità di realizzare delle commedie divertenti con un retrogusto amaro e riflessivo. Il suo Michel è un uomo che si preoccupa solo di se stesso e della sua libertà, ignorando le decisioni degli altri che potrebbero incidere anche sulla sua vita. Il mondo borghese rappresentato è pieno di dubbi, incertezze e scomode verità, ma visto con occhi diversi può migliorare. Tutti Pazzi in Casa Mia è una commedia riuscita che mantiene l’impronta teatrale del materiale originale, con un ritmo e un carisma da grande schermo. Come ha detto Leconte al termine dell’incontro con la stampa a Roma: “Agli aspiranti registi posso consigliare di farsi questa domanda ogni mattina: ‘Perchè voglio fare cinema?’ .Wim Wenders una volta a Cannes ha risposto: ‘per rendere il mondo migliore’. A me è sembrato molto presuntuoso, ma in realtà era una risposta fantastica perchè voleva dire che facendo film cercava di rendere il mondo migliore anche se in piccola parte” e le commedie intelligenti sono forse le più adatte per tale scopo.

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