L’occasione è di quelle da non lasciarsi sfuggire: la imminente rottamazione del Cnel, prevista dalla riforma costituzionale pronta per la quarta lettura, ha aperto la corsa per assicurarsi villa Lubin. A chi verrà destinata la prestigiosa residenza che a Roma sorveglia l’ingresso di villa Borghese a pochi passi da Piazza del Popolo? Ora che la sorte del Consiglio nazionale economia e lavoro sembra segnata, sono iniziati i sopralluoghi per decidere chi ne sarà il prossimo inquilino dopo che il collegio guidato fino a luglio da Antonio Marzano, verrà sloggiato definitivamente.

Villa Lubin, la palazzina neobarocca dei primi del Novecento assegnata al Cnel dal 1958 è un edificio demaniale. E il ministero dell’Economia (Mef) sta pensando al suo futuro. Con un pretendente di riguardo: il Consiglio superiore della magistratura (Csm): “Il Demanio ci ha formalizzato la disponibilità ad uno scambio con Palazzo dei Marescialli (altro bene demaniale, ndr.)”, ha detto il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini (nella foto con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella) all’ultimo plenum invitando tutti i consiglieri ad un sopralluogo nei locali dove le insegne del Cnel stanno per essere ammainate. Una visita che potrebbe essere il primo passo per giungere realisticamente alla fine del prossimo anno ad un trasloco definitivo. Si tratta di verificare se la struttura e l’annesso villino Ruffo, una sorta di pertinenza adibita finora principalmente a biblioteca (ma nella struttura è presente anche una sala convegni) potrà ospitare i circa 200 dipendenti del Csm più ovviamente le attività del Consiglio.

E’ già in corso uno studio per un eventuale collegamento tra i due edifici, ma soprattutto si attende a breve uno altro studio di fattibilità da parte dello stesso Demanio. Quando le indagini saranno state completate verrà convocato un plenum del Csm per decidere il da farsi: si punta ad adottare una decisione preliminare entro novembre, in tempo per le necessarie variazioni di bilancio: i capitoli 23 e 24, quelli rispettivamente dedicati alle spese per la manutenzione ordinaria e straordinaria della sede attuale e per l’acquisto degli arredi, infatti, sono stati drasticamente ridotti rispetto a quanto preventivato. In attesa di una decisione sul trasloco a villa Lubin, ci si è limitati a qualche intervento di emergenza soprattutto per i bagni, per qualche cornicione pericolante, mentre lo stretto necessario è stato fatto per rinnovare il mobilio. Insomma il Palazzo dei Marescialli d’Italia potrebbe sembrare già acqua passata.

“Si tratta di un’operazione possibile. La sede del Cnel è in uno stato manutentivo eccellente”, ha detto Legnini che pensa all’addio definitivo alla sede storica di Piazza indipendenza. “Della questione ho da tempo informato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha dato parere positivo. E ho chesto al governo di dare al Demanio un nulla osta di massima”, ha aggiunto Legnini che ha anche indicato i tempi dell’operazione: per poter traslocare servirà circa un anno e mezzo. Se la riforma costituzionale andrà in porto secondo programma, il Cnel non esisterà più per l’autunno prossimo. Poi ci saranno i lavori, che negli auspici potrebbero concludersi già entro la fine del 2016.

L’operazione è a costo zero trattandosi di uno scambio di beni demaniali. Mentre per le ristrutturazioni si userebbe parte delle risorse dell‘avanzo di amministrazione. Fondi che, nel caso in cui l’affare sfumasse verranno destinati alla ristrutturazione della sede storica di foggia fascistissima costruita alla fine degli anni trenta e assegnata al Csm a partire dal 1962.

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