Era incinta di otto mesi e, dopo avere avvertito forti dolori addominali, era andata in clinica per ricevere rassicurazioni sul suo stato di salute. I medici non hanno riscontrato problemi significativi neé per lei né per il bambino che portava in grembo e l’hanno rimandata a casa, raccomandadosi di tornare nel caso le contrazioni si fossero ripresentate. Ma nove ore dopo il suo cuore si è fermato.

La procura di Milano indaga sulla morte di una donna di 40 anni, italiana, in attesa del suo secondo figlio e alla 35esima settimana, deceduta alle 6 del 17 ottobre. Il giorno prima, scrive il Corriere della Sera, era andata alla clinica San Pio X – dove aveva avuto anche il suo primo bimbo, 4 anni, nato con un parto cesareo – per accertarsi che non ci fossero problemi. I medici, però, la rimandano a casa dopo un’ora di esami e controlli che non hanno riscontrato nulla di preoccupante.

Nelle ore successive le sue condizioni peggiorano: all’alba, alle 4.57 del 17 ottobre il marito chiama il 118. I soccorsi arrivano subito, ma sette minuti dopo la donna arriva al Niguarda in arresto circolatorio e, scrive il Corriere, “praticamente morta”. A quel punto i medici tentano un cesareo d’emergenza, ma senza risultato. L’utero, a seguito delle contrazioni, si è spaccato, l’emorragia è troppo grave: né lei né il bambino ce la fanno. E “alle sei del mattino viene constatato il decesso di entrambi”.

Il caso di Pinerolo – Un episodio che avviene a pochi giorni dalla morte di una brasiliana di 26 anni, ricoverata dal 19 ottobre a Pinerolo (Torino) per partorire e morta due giorni dopo in arresto cardiaco. La sua bambina è stata fatta nascere con un cesareo d’urgenza e si trova ora in terapia intensiva, all’ospedale di Cuneo, dove è stata ricoverata per una crisi respiratoria.
Al momento del ricovero, lunedì mattina, Graciely – che era alla 41esima settimana di gravidanza – stava bene. “Gli esami a cui viene sottoposta, compreso quello cardiotocografico sono regolari – sostiene l’ospedale – e non evidenziano problematiche per la neonata“.

Le prime difficoltà si sono verificate la mattina del 21 ottobre alle 5.20, quando la donna ha chiamato l’infermiera di turno. Aveva le contrazioni e si sentiva male. “L’ostetrica trova la paziente in bagno e l’invita a recarsi a letto, alla presenza del marito, per effettuare un nuovo tracciato cardiotocografico”, scrive l’Asl To3 in una nota.

Mentre “l’ostetrica si reca a prendere i guanti da visita – prosegue l’Asl – la paziente perde conoscenza per cause in corso di accertamento in sede di autopsia“. Inizia la rianimazione e nel frattempo viene trasferita nell’attigua sala cesarei, per un intervento d’urgenza. La bimba nasce alle 5.40, ha una crisi respiratoria e viene immediatamente trasferita a Cuneo, centro di terapia intensiva neonatale di riferimento. “Nel frattempo continua l’intervento in sala – continua l’ospedale – e si verificano due arresti cardiaci“, il secondo dei quali è risultato fatale.

Che cosa abbia provocato l’improvvisa morte della donna dovranno ora accertarlo le indagini avviate dall’Asl e dalla Procura di Torino. Intanto le condizioni della bambina sono stabili, ma restano critiche.

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