Debutto con il botto a Wall Street per le azioni Ferrari, di cui mercoledì alle 15:30 ora italiana è iniziata la negoziazione sul listino di New York. Dopo qualche minuto dall’apertura, le azioni del Cavallino rampante hanno toccato un prezzo di 60 dollari contro i 52 del collocamento. Poi il titolo si è stabilizzato in area 57 dollari, pari a un rialzo del 10%. Dalla vendita sul mercato del 10% della casa di Maranello la controllante Fiat Chrysler Automobiles ha ricavato 893 milioni di dollari, che saliranno a 982 se le banche che hanno gestito il collocamento eserciteranno l’opzione per l’acquisto di ulteriori 1,7 milioni di azioni.

L’amministratore delegato di Fiat Chrysler e presidente di Ferrari Sergio Marchionne, che ha partecipato alla cerimonia della campanella con John Elkann, presidente di Exor e Fca, Amedeo Felisa, ad di Ferrari, e Piero Ferrari, vicepresidente delle Rosse, ha detto che “entro gennaio 2016” la società verrà quotata anche alla Borsa di Milano: “Speriamo di poter fare un regalo ai nostri soci alla Befana”, ha anticipato.

Nel frattempo il titolo Fca ha invece perso terreno a Piazza Affari, chiudendo la seduta a -5,27%, la performance peggiore del listino. In mattinata, mentre i vertici erano a New York per la quotazione, dall’altro lato dell’Oceano è arrivata sul gruppo la tegola del verdetto della Commissione europea sugli accordi fiscali sottoscritti con il Lussemburgo. Bruxelles ha dichiarato illegale il tax ruling firmato dalla controllata di Fca Fiat Finance and trade con il Granducato, che dovrà di conseguenza chiedere a Fiat Chrysler di versare tra i 20 e i 30 milioni di tasse non pagate.

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