Riecco Tyrant e The Knick, già pensando a The Games of Thrones, ad House of Cards, al tocco fanta horror di Wayward Pines e al semi-storico Outlander. Con i relativi spiedi di puntate estratte dall’on demand dopo il transito sui vari Sky più o meno Atlantic.

Sì, siamo spettatori che si autogestiscono attingendo ai magazzini on line, ma non perché rifuggiamo a priori dalla “tv di flusso“, coi cari vecchi canaloni della nonna come Rai Uno, Canale 5, eccetera. La tv di flusso non la escludiamo affatto a priori, ma piuttosto la mettiamo in concorrenza con le scelte diverse che possiamo compiere a colpi di download. Come è successo domenica sera, la serata che abbiamo dedicata a una sequenza di puntate di The Sopranos.

Restandone invero assai soddisfatti, perché in poche ore è morta mamma Livia, la sorella di Tony ha sciroccato da par suo, e l’informatore Pussi è finito, ben zavorrato, in fondo all’oceano. Mentre Tony-Gandolfini, il mafioso a capo di tutta la baracca, combatteva col suo spleen, la sua malinconia del vivere, con tanto di tormento esistenziale che neppure la Juliette Greco dei tempi d’oro.

Qui c’è la nota dissonante cui spesso le serie Usa ricorrono per dare personalità all’impasto: gli eroi col “buco dentro”, (vedi anche il Clive Owen primario impasticcato a The Knick) che, a pensarci bene, da quel cinema ormai di alto livello lanciano un complice ponte verso la realtà degli spettatori, che di “buchi dentro” hanno grande e vissuta competenza personale. E dunque un ingrediente di realtà attorno a cui girano bene i più diversi registri narrativi, dall’avventura (si scappa, si spara, si muore), alla tragedia (tradimenti e vendette), alla commedia, con la rassegna delle vulnerabilità a tavola, a letto, al lavoro.

Roba forte, non c’è discussione. E tuttavia, prima di deciderci a prelevarla dal magazzino on line avevamo fatto una rapida passata sulla tv di flusso. C’era, sì, Report, ma non volevamo buttarci giù; la fiction di Rai Uno era per ultra buoni, e non lo siamo; Il Segreto è roba per il club degli appassionati, l’Open Space proviene da quei sapientini (osservazione di Aldo Grasso) de Le Iene e dunque prevedevamo supponenza e noia; Il Boss dei Comici era al livello di videocamere di sorveglianza più che di spettacolo pensato, scritto e interpretato.

Per questo siamo finiti coi Sopranos, non perché escludiamo a priori la tv di flusso, ma perché avevamo un’alternativa. Quindi per il futuro, se ancora ci vogliono a guardarli, si diano una ripassata alla coscienza e noi saremo lì, disciplinati più di prima, a vedercela la tv di flusso, per riprovare lo specifico piacere che ne deriva, ovvero di condividere l’esperienza della folla. Purché ne valga la pena.

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