“McDonald’s è in crisi e addirittura prossimo alla chiusura”. A rivelarlo è un’indagine condotta dall’analista Mark Kalinowski tra 29 concessionari americani dell’azienda, che gestiscono 226 punti di ristoro in tutto il Paese, su un totale di 14.339. Come riporta l’Independent, Steve Easterbrook, amministratore delegato della società ha avviato un programma per risollevare la catena di fast food: oltre alla colazione 24 ore su 24, ora è possibile fare ordinazioni online e personalizzare i menù scegliendo tra oltre 30 ingredienti.

Solo sei mesi fa, a marzo, Easterbrook era stato promosso al vertice dell’azienda in sostituzione di Don Thompson, con l’obiettivo di risollevare le vendite di McDonald’s dopo due anni di segno meno. Nel 2014 si è registrato un crollo dell’utile netto del 15% a 4,76 miliardi di dollari. Ma secondo i concessionari, queste novità non hanno portato ai cambiamenti sperati. Se i più ottimisti sostengono che la situazione sia rimasta immutata, altri sono convinti che sia addirittura peggiorata: per i dipendenti, infatti, è più complicato gestire gli ordini per un maggior numero di ore e con molti più variazioni sul menù. In questo modo, aumentano le possibilità di sbagliare.

“Stiamo provando ad essere troppe cose insieme per troppe persone”, sintetizza uno dei gestori del marchio. Agli intervistati Kalinowski ha chiesto di esprimere un giudizio sull’azienda con un voto tra 1 e 5. Valutazione media: 1,69, il minimo dal 2003, primo anno del sondaggio.

Per parte sua, la società americana puntualizza che “i 29 franchisee citati dall’articolo dell’Independent sono solo quelli intervistati per la survey, quindi il malcontento di cui si parla corrisponde alla voce dell’1% dei franchisee”. Inoltre, conclude la nota, “negli Usa i franchisee sono tremila e gestiscono il 90% della rete (il totale di ristoranti Usa è 14mila, quindi i ristoranti gestiti da franchisee sono 12.600)”.

Aggiornato da Redazione Web il 21 ottobre 2015 alle ore 15.14

 

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